Zona arancione in Italia: 3 regioni a rischio. La Valle d'Aosta vede il rosso

I dati Agenas su terapie intensive e ricoveri. La Valle d'Aosta chiede una 'franchigia' sui posti letto in rianimazione. Le regole: cosa cambia

Roma, 18 gennaio 2022 - Si avvicina la cabina di regia che venerdì deciderà il cambio di colore delle regioni. Lo spettro della zona arancione torna ad aleggiare sull'Italia, con anche un'incognita (ben localizzata) su una sfumatura di rosso. L'occupazione delle terapie intensive in Italia resta al 18%, mentre quella nelle aree mediche Covid sale al 30%. È questo il quadro che emerge dall'ultimo monitoraggio dell'Agenas (l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).

Zona arancione: le regioni che cambiano colore da lunedì 24 gennaio. Almeno 4 a rischio

La regione più a rischio è la Valle d'Aosta, dove un paio di pazienti in rianimazione possono spostare i parametri dalla zona gialla a quella rossa (10 terapie intensive coincidono infatti con la soglia del 30% della zona rossa). "I numeri fluttuano giorno per giorno", dice il presidente Erik Lavevaz che chiede al Governo di applicare una 'franchigia' di alcuni posti letto (cinque) rispetto alle soglie previste per la terapia intensiva.

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Colori delle regioni: i parametri per cambiare
Colori delle regioni: i parametri per cambiare

Terapie intensive e ricoveri

Ecco, nel dettaglio, i dati regione per regione (con la variazione rispetto alla precedente rilevazione) di terapie intensive e ricoveri:

Abruzzo: 20% (+1%), 30% (=) Basilicata: 3% (=), 25% (=) Calabria: 17% (-1%), 43% (+1%) Campania: 12% (-1%), 29% (=) Emilia Romagna: 17% (=), 27% (=) Friuli Venezia Giulia: 24% (=), 34% (+3%) Lazio: 22% (=), 29% (+1%) Liguria: 19% (=), 40% (=) Lombardia: 15% (=), 35% (=) Marche: 23% (-2%), 29% (+1%) Molise: 3% (=), 13% (-1%) P.A. Bolzano: 18% (+2%), 20% (+1%) P.A. Trento: 23% (=), 29% (+3%) Piemonte: 24% (+1%), 30% (=) Puglia: 13% (=), 23% (+1%) Sardegna: 13% (-1%), 15% (=) Sicilia: 20% (=), 36% (=) Toscana: 23% (-1%), 26% (=) Umbria: 13% (-1%), 31% (-2%) Valle d'Aosta: 24% (=), 57% (+5%) Veneto: 18% (=), 26% (=)

Zona gialla

Al momento sono cinque le regioni a trovarsi ancora in zona bianca, ma alla luce dei nuovi dati solo Basilicata e Molise vi resterebbero. Puglia, Sardegna e Umbria invece dovrebbero essere in fascia gialla dalla prossima settimana.

Zona arancione

Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia potrebbero invece passare in zona arancione, visto che in tutte e tre le regioni le terapie intensive sono superiori al 20% e i ricoveri negli altri reparti Covid sono almeno al 30%.

Zona rossa

La Valle d'Aosta, come detto, potrebbe finire in zona rossa: con un'occupazione di posti letti in area medica al 57% risulta essere la regione con la percentuale più alta d'Italia. Al 24% invece il dato delle rianimazioni (uno dei parametri per restare in zona arancione è che non superi il 30%). Come detto, bastano altri due pazienti in terapia intensiva perché la soglia venga superata. 

Regole zona arancione

Cosa cambia dunque con il passaggio dalla zona gialla alla zona arancione? Per chi ha il super Green pass nulla, poco per i possessori della certificazione verde 'base' a cui sono interdette alcune attività anche in zona bianca e gialla (ad esempio non si può andare dal parrucchiere o al bar e l'accesso agli impianti di risalita nei comprensori sciistici resta off limits). 

Le maggiori restrizioni riguardano coloro che sono privi di Green pass: lo spostamento verso un altro Comune o un'altra regione è consentito solo per lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune. Inoltre a chi non ha il Green pass o ha solo la versione 'base' è vietato l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi).

Regole zona rossa

In zona rossa le regole sono uguali per tutti (vaccinati e non, possessori di super Green pass o meno). Scattano dunque le chiusure, con coprifuoco e limitazioni agli spostamenti. Stop a cinema, musei, palestre. Chiudono i negozi, tranne quelli di prima necessità. Uscire di casa è consentito solo per comprovate esigenze di lavoro, salute, necessità, stesse motivazioni per uscire dal Comune di residenza. Per ristoranti e bar consentiti solo l’asporto e la consegna a domicilio. 

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