Vittorio Emanuele "non esente da responsabilità" per la morte di Dirk Hamer

La Cassazione torna sulla sparatoria di quasi 40 anni fa sull'isola di Cavallo e sottolinea che il diritto all'oblio "si deve confrontare col diritto della collettività a essere informata"

Vittorio Emanuele e il dottor Hamer che mostra le foto del figlio ucciso e della moglie

Vittorio Emanuele e il dottor Hamer che mostra le foto del figlio ucciso e della moglie

Roma, 3 agosto 2017 - L'assoluzione di Vittorio Emanuele di Savoia dall'omicidio del giovane Dirk Hamer - colpito da una fucilata nel 1978 mentre dormiva su uno yacht all'isola di Cavallo e morto dopo quattro mesi di agonia -  "non significa però" che il principe "sia esente da responsabilità sotto ogni altro profilo, giacchè assume pur sempre rilievo" "civilistico e anche etico" che quella morte "avvenne nel corso di una sparatoria a cui partecipò Savoia, al di fuori di ogni ipotesi di legittima difesa". 

A riesumare la vicenda quasi quarant'anni dopo è la Cassazione, che ricorda anche come in una intercettazione fu "resa una confessione" sui fatti. Il fatto è ricordato in un giudizio che ha fatto cadere ogni contestazione a carico dell'ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro e di un giornalista dall'accusa di aver diffamato - in un articolo del 2007 - l'esponente dei Savoia.  Nella decisione degli ermellini si sottolinea poi che il diritto all'oblio "si deve confrontare col diritto della collettività a essere informata e aggiornata sui fatti da cui dipende la formazione dei propri convincimenti, anche quando ne derivi discredito alla persona titolare di quel diritto, sicché non può dolersi Savoia della riesumazione di un fatto certamente idoneo alla formazione della pubblica opinione". Tanto più che Vittorio Emanuele "è figlio dell'ultimo re d'Italia e, secondo il suo dire, erede al trono". 

L'avvocato della famiglia Hamer, Giunio Tonucci, spiega: "Faremo un approfondimento su quanto deciso dalla Suprema corte. Per il resto attendiamo con serenità la celebrazione del processo in abbreviato per calunnia in cui lo stesso Vittorio Emanuele è imputato". La prima udienza è stata fissata per il 13 settembre prossimo.

LA SENTENZA FRANCESE - Scrivono ancora gli ermellini: "Gli elementi indiziari utilizzati nella sentenza dell'appello (gli accertamenti svolti dalla gendarmeria francese, la soluzione data al caso dalla Corte parigina e le intercettazioni effettuate nel carcere di Potenza) costituiscono, effettivamente, un compendio indiziario più che sufficiente a suffragare l'opinione che Savoia sia stato assolto dal reato di omicidio volontario, ma non che sia stata esclusa ogni sua responsabilità nel tragico evento di cui egli porta, invece, un carico di responsabilità".

LA SPARATORIA - La Cassazione in particolare rileva che i colleghi milanesi sono partiti "dalla constatazione, non smentita dalla difesa, che all'isola di Cavallo furono esplosi, nel corso di un tafferuglio o litigio cui partecipò il Savoia, colpi di pistola e di fucile, uno dei quali raggiunse Dirk Hamer". Il verdetto prosegue dicendo che è stato "ritenuto pacifico che alcuni colpi furono esplosi dal Savoia, il quale fu condannato, in conseguenza, per detenzione e porto abusivo di una carabina". I giudici francesi, si ricorda, hanno escluso "l'atto volontario" ma non è chiaro se l'assoluzione è riferita all'omicidio volontario o anche a quello colposo e il Savoia "si è ben guardato dal produrre" in causa "la sentenza dell'autorità giudiziaria francese e si è ben guardato dal confortare la sua tesi dell' estraneità al fatto, presentandosi a dibattimento e testimoniando sotto giuramento".

L'INTERCETTAZIONE - Dalle intercettazioni di 'Vallettopoli' nel carcere di Potenza - inchiesta del 2006 nella quale Vittorio Emanuele venne arrestato e poi assolto - emerge che il Savoia "confessò di aver sparato più di un colpo di fucile e che uno di essi raggiunse Dirk Hamer, dopo aver attraversato la carena dell'imbarcazione su cui si trovava il malcapitato, oltre a vantarsi di aver 'fregato' i francesi". Praticamente, l'aspirante re, nell'intercettazione "rese una confessione, dopo aver mostrato di conoscere esattamente la dinamica" della vicenda, concludono gli 'ermellini'.