Mercoledì 24 Aprile 2024

Verdini condannato a 9 anni per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino

Sentenza in primo grado dei giudici di Firenze, interdizione perpetua dai pubblici uffici. Condannati anche gli imprenditori Fusi e Bartolomei e il deputato Parisi. Tutti assolti dall'accusa di associazione a delinquere. Ala-SC: "Sentenza politica"

Denis Verdini nell'Aula del Senato (Ansa)

Denis Verdini nell'Aula del Senato (Ansa)

Firenze, 2 marzo 2017 - Denis Verdini è stato condannato a 9 anni di reclusione. Questa la pena in primo grado decisa dal collegio del tribunale di Firenze presieduto dal giudice Mario Profeta al processo per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino (SCHEDA) dopo 7 giorni di camera di consiglio. Per il senatore di Ala i pm Luca Turco e Giuseppina Mione avevano chiesto 11 anni. L'onorevole non era presente in Aula per la lettura della sentenza. Condannati anche il deputato di Ala Massimo Parisi (due anni e sei mesi, i pm ne avevano chiesti sei) e gli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei, entrambi a cinque anni e sei mesi. L'ex direttore generale del Credito Cooperativo Fiorentino Piero Italo Biagini è stato condannato a sei anni di reclusione. Dopo quella complessiva di 9 anni (7 più 2) inflitta a Verdini, la condanna all'ex dg è la pena più alta decisa dai giudici. Per l'accusa era lui l''esecutore' delle direttive di Verdini.

Verdini, dal 1990 al 2010 presidente del Credito cooperativo fiorentino, era imputato per associazione a delinquere, bancarotta e truffa ai danni dello Stato per i fondi dell'editoria andati alla Società toscana edizioni, che pubblicava il 'Giornale della Toscana' e 'Metropoli'. Tutti gli imputati sono stati assolti dal collegio dall'accusa di associazione a delinquere. Per Verdini, Fusi e Bartolomei interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Verdini e Parisi, assieme ad altri imputati del filone editoria, sono stati anche condannati al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti della presidenza del Consiglio di 2,5 milioni. Il tribunale di Firenze ha disposto che il risarcimento del danno cagionato alla presidenza del Consiglio venga liquidato in separata sede. I vertici del Ccf sono stati inoltre condannati ad una provvisionale da 175mila euro alla Banca d'Italia, che si era costituita parte civile. Nella sentenza, il tribunale di Firenze ha disposto anche la confisca dei contributi erogati dalla Presidenza del Consiglio alle due società editoriali riferibili a Denis Verdini negli anni 2008 e 2009. La somma complessiva supera i nove milioni di euro. Sono stati ritenuti estinti per prescrizione i reati relativi ai contributi per l'editoria percepiti negli anni 2005, 2006 e 2007. Le confische sono state disposte nei confronti di Verdini, Parisi e altri imputati del filone editoria.

LE ALTRE CONDANNE - Condannati a pene che vanno da 4 anni e sei mesi a 5 anni di reclusione anche i componenti del consiglio di amministrazione dell'istituto e tutti i componenti del collegio sindacale. Pene da un anno e sei mesi e 4 anni e mezzo anche per gli amministratori della Ste, la società che pubblicava il Giornale della Toscana, e della Sette Mari che mandava nelle edicole il settimanale Metropolis. Il collegio, presieduto dal giudice Mario Profeta, dopo sei giorni di camera di consiglio, ha invece assolto alcuni imprenditori che avevano ottenuto finanziamenti dal Ccf, "perchè il fatto non sussiste", mentre per tutti i reati di truffa ai danni dello Stato per i contributi all'editoria legati agli anni 2005, 2006 e 2007, è scattata la prescrizione.

"Le accuse cadranno in Appello"

L'AVVOCATO - "E' una sentenza che rispettiamo e attendiamo le motivazioni per fare appello", ha detto Ester Molinaro del Collegio difensivo di Verdini. "Il Tribunale - ha concluso - ha riconosciuto che non esiste l'associazione a delinquere. Riteniamo che anche le altre accuse cadranno in appello".

FUSI - "Questa sentenza è una grande ingiustizia perché noi non abbiamo fatto nulla", è il commento del costruttore della ex Btp Riccardo Fusi. "Si accetta quello che dicono i giudici ma noi siamo innocenti" ha aggiunto Fusi, presente alla lettura della sentenza. "Abbiamo lavorato sempre per il bene dell'azienda - ha dichiarato ancora -, non abbiamo mai portato via un soldo all'azienda, ma grazie a questa indagine mi sono state portate via anche le mie aziende". "Oggi - ha proseguito - è stata distrutta una delle imprese di costruzioni più grandi della Toscana, mentre chi paga le tangenti continua a lavorare". "Faremmo appello, continuiamo a credere che non esista il reato di bancarotta fraudolenta contestato a tutti" e "tanto più per un esterno" al Credito Cooperativo "quale era Fusi", ha detto il suo legale Alessandro Traversi.

"Fiducia del gruppo al Senato nei suo confronti"

IL COMMENTO DI ALA - "A nome dell'intero gruppo al Senato esprimo massima solidarietà e piena, totale e incondizionata fiducia nei confronti di Denis Verdini", afferma Lucio Barani, presidente dei senatori Ala-Scelta Civica. "Siamo - aggiunge - dinanzi all'ennesima sentenza politica, una prassi alla quale ormai ci siamo abituati negli ultimi decenni". 

LE ALTRE REAZIONI - "Denis Verdini condannato a nove anni di carcere. Ministri indagati, padri interrogati, alleati condannati, disoccupati aumentati. Basta cazzo, fate votare gli italiani! #votosubito", ha scritto su twitter Matteo Salvini, segretario Lega nord. "Denis Verdini, l'uomo che per l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi meritava di diventare Padre Costituente, è stato condannato in primo grado a 9 anni. Fortunatamente il 4 dicembre scorso 20 milioni di italiani hanno capito in che mani era stata messa la nostra Carta costituzionale e hanno rispedito al mittente la riforma", ha detto il capogruppo M5S al Senato, Michela Montevecchi. "La condanna - ha continuato Montevecchi - arriva nello stesso giorno in cui il nome di Verdini spunta anche nell'inchiesta Consip, che sta facendo tremare il Giglio Magico renziano".

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