Venerdì 19 Aprile 2024

Vaticano, il Papa vieta la vendita di sigarette: "Il fumo fa male"

Dal 2018 la Santa Sede smetterà di vendere (con lo sconto) sigarette ai propri dipendenti, religiosi e diplomatici

Papa Francesco: dal 2018 stop a vendita di sigarette ai dipendenti vaticani (Ansa)

Papa Francesco: dal 2018 stop a vendita di sigarette ai dipendenti vaticani (Ansa)

Città del Vaticano, 9 novembre 2017 - Vietato fumare in Vaticano. O meglio - come ha deciso Papa Francesco in persona - il Vaticano smetterà di vendere (con lo sconto) sigarette ai propri dipendenti, religiosi e diplomatici all’interno del territorio a partire dal 2018. Il motivo? Semplice, perché il fumo fa male. Lo spiega meglio il direttore della sala stampa vaticana Greg Burke: "la Santa Sede non può contribuire a un esercizio che danneggia chiaramente la salute delle persone".  Una decisione in linea con il pontificato di Bergoglio, che vuole coerenza a partire dalla vita, e in questo caso dal commercio, che si svolge all'interno delle Mura Leonine.

I danni del fumo non sono una novità: "Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità - ricorda Greg Burke - ogni anno il fumo è la causa di oltre sette milioni di morti in tutto il mondo. Nonostante le sigarette vendute ai dipendenti e pensionati del Vaticano a un prezzo scontato siano fonte di reddito per la Santa Sede, nessun profitto può essere legittimo - sottolinea riportando la volontà del Papa - se mette a rischio la vita delle persone".

L'ONCOLOGO -  Per gli esperti si tratta di un gesto simbolicamente molto importante, di difficile attuazione in uno stato laico come ad esempio l'Italia, ma che potrebbe stimolare il nostro governo adeguarsi ai Paesi del Nord Europa, che hanno stabilito un costo della sigaretta molto più elevato del nostro, in alcuni casi addirittura il doppio. A spiegarlo è Ugo Pastorino, direttore della chirurgia toracica dell'Istituto nazionale tumori di Milano, responsabile del programma di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori polmonari. 

"Sappiamo da anni che la leva economica è la principale possibilità di ridurre il consumo di tabacco, particolarmente nei gruppi più a rischio, più sensibili all'aspetto economico come poveri e giovani - evidenzia Pastorino - fa bene il Santo Padre con questa decisione, è un esempio simbolico pratico e concreto. Specialmente alla luce di una visione planetaria, globale del mondo, in cui purtroppo il consumo di tabacco è in tendenziale diminuzione nei Paesi ricchi anche se rimane troppo alto, mentre è in enorme aumento nei Paesi poveri e sottosviluppati. L'esempio maggiore è ovviamente la Cina, che è il Paese in cui c'è il più grande incremento del consumo di tabacco. La Santa Sede è disposta a rinunciare a un guadagno per un valore da difendere, quello della salute".

UN PO' DI STORIA - C'è stato un periodo in cui le fabbriche di tabacco facevano capo alla Santa Sede. La lavorazione del tabacco a Roma, nei secoli passati, era dislocata in vari siti, fino a quando nel 1860 Papa Pio IX decise di far realizzare a Roma un unico, imponente edificio: la Manifattura Pontificia dei Tabacchi, nell'attuale piazza Mastai, dove all'epoca c'erano solo orti; ma era vicina al porto fluviale di Ripa Grande, dove arrivavano i carichi di tabacco provenienti da oltreoceano.  La Manifattura fu realizzata tra il 1860 e il 1863, su progetto di Antonio Sarti. Sotto il frontone del palazzo c'è ancora una scritta in latino che fa riferimento a Papa Pio IX e a questa decisione di radunare in un unico opificio le varie manifatture. Lo stesso Papa visitò la fabbrica nel 1869. Secondo alcuni storici il tabacco era arrivato a Roma nel 1500 grazie al cardinale Prospero Publicola che era stato Nunzio in Portogallo e aveva conosciuto l'inventore, il francese Jean Nicot. 

Ma c'è da dire che all'epoca il tabacco era considerato salutare, quasi un medicamento e si diffuse rapidamente. C'è stato anche un periodo invece in cui la Chiesa, in particolare l'Inquisizione, lo aveva messo al bando. È quanto si legge nel "De iudice Sanctae Inquisitionis opusculum" di Giovanni Battista Neri. Un'opera che dedica un apposito paragrafo a stabilire se sia peccaminoso o meno per un prete fare uso di tabacco in Chiesa, in qualsiasi forma. Oggi può sembrare strano, ma in effetti l'uso del tabacco è stato nei secoli passati diffuso anche nei luoghi sacri.