Mercoledì 24 Aprile 2024

Val di Susa, i sogni infranti di Elisa e Matteo

Sorrisi, progetti e quelle gite in moto dei due giovani travolti da un furgone. Lei è morta, lui è gravissimo

Matteo Penna con la didanzata Elisa Ferrero (Ansa)

Matteo Penna con la didanzata Elisa Ferrero (Ansa)

Torino, 11 luglio 2017 - A CUBA con gli occhi pieni di mare, il giorno dell’esame illuminata da un sorriso che esce dai margini. Tanti capelli al vento, lunghi e biondi, e tante montagne. D’inverno, d’estate. In primo piano è ancora una ragazzina, di profilo diventa donna mentre allunga contro il tramonto la lunga gamba sportiva. Su Facebook risponde in maniera garbata alle amiche che scherzano sulla qualità non opinabile della sua bellezza. Gnoccaggine, va beh.  C’è una nota discreta e timida nel suo carteggio, una luce genuina nello sguardo. «Dai, Vale, smettila». Carina, entusiasta, giramondo. Anche innamorata, ma senza le turbolenze stucchevoli dei cuoricini. Il suo cuore batte senza sbavature da un anno e mezzo per quel ragazzo di 29 anni che sui social chiamano Dio per quanto è bello con il maglione blu sullo sfondo azzurro di un altro cielo terso. Sono stati bambini insieme. Si sono perduti e poi ritrovati già grandi, decisi a proteggere la loro storia scherzandoci sopra.   MATTEO PENNA, informatico, amico dei giorni più lieti. Dopo la laurea aveva cominciato a lavorare in un’agenzia di animazione, adesso fa lo sviluppatore. Elisa Elena Ferrero, figlia di un medico e di una casalinga di Moncalieri, gli ha dato la prova d’amore. La vera prova d’amore per la compagna di un biker è passare un intero pomeriggio dentro un negozio di accessori per le moto a scegliere la tuta che soffoca di meno, il casco che almeno un po’ lascia respirare.    ED ECCOLA LÌ a 27 anni in sella a una Ktm. Non ci sono presagi. C’è invece un lago magnifico dietro alle loro facce felici, il Moncenisio. Ci si arriva piegando una curva dopo l’altra mentre la prospettiva imbottiglia la Val di Susa, la paura passa dopo l’insegna del bar del comune con meno abitanti di tutta Italia. Quello era il loro mondo. Elisa lo abitava con allegria su una tavola da snowboard o fra i mirtilli dell’estate. E pensare adesso che non abita più qui mette tristezza e rabbia. Il papà di Matteo non la nasconde: «Ci hanno portato via tutto, alla mia famiglia e a quella di Elisa. Questo è stato un omicidio, non un incidente. L’uomo che li ha investiti deve pagare per quello che ha fatto e restare in carcere». Lei morta sul colpo, lui in condizioni gravissime al Cto. «Elisa per noi era come una figlia, un raggio di sole. Insieme avevano tanti progetti: una famiglia, una casa. Questa storia non deve essere dimenticata».    PURTROPPO è una storia che si ripete. Da 12 anni Giulio, il fratello di Matteo, è paralizzato per le lesioni riportate in un altro incidente stradale: anche lui era stato investito da un furgone mentre si trovava su una moto, poco dopo avere lasciato a casa la fidanzata. Davanti all’ospedale, la cugina Silvia è ottimista: «Sono fiduciosa, si riprenderà. E non mi stupirebbe rivederlo in moto. È fatto così. Dopo l’incidente del fratello si è rimesso in sella senza paura. Non ha perso la voglia di vivere e ha continuato a coltivare la sua passione». Racconta di uno spirito libero pazzo per la montagna e per il nuoto: «A tre anni aveva già gli sci ai piedi». Poi torna la rabbia: «Non so cosa sia successo – dice Silvia –. La dinamica dell’incidente la conosce Matteo e la conosceva Elisa, che non può più raccontarla. Ah no, dimenticavo: anche il delinquente che li ha travolti». Gli amici sono sconvolti, «non si può morire così». Sussurrano una voglia di vendetta piena di dubbi: «Quel tizio li ha rincorsi e poi li ha travolti. Non chiamiamolo omicidio stradale, questo è un vero e proprio omicidio volontario».