Vaccini AstraZeneca, Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson: le ultime notizie

Iniziata la distribuzione alle Regioni di 1,5 milioni di dosi Pfizer. Lombardia, il dg del Welfare: "Rifiuto di AstraZeneca importante". Johnson & Johnson, Ema: "Decisione la prossima settimana". Dosi ferme a Pratica di Mare, l'assessore del Lazio: "Ci servono". Figliuolo: "600mila dosi di Biontech in più ad aprile"

I vaccini approvati in Italia

I vaccini approvati in Italia

Roma, 14 aprile 2021 - E' iniziata oggi la distribuzione alle Regioni di circa 1,5 milioni di dosi di vaccino Pfizer, arrivate in mattinata presso gli aeroporti di Bergamo, Bologna, Brescia, Roma Ciampino, Milano Malpensa, Pisa e Venezia. Le consegne interesseranno più di 210 strutture sanitarie in tutta Italia e si concluderanno entro 24 ore. Ma oltre a poter contare sui vaccini Pfizer, saranno a disposizione anche circa mezzo milione di AstraZeneca e oltre 400mila di Moderna. La Commissione ha raggiunto fra l'altro un accordo con Pfizer per accelerare l'approvvigionamento, con 50 milioni di dosi aggiuntive consegnate nel secondo trimestre, a partire da aprile. Saranno distribuite sulla base della popolazione, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. "I vaccini mRna sono tecnologie che hanno dimostrato il loro valore" e per questo "stiamo negoziando con Pfizer-BioNTech un nuovo contratto da 1,8 miliardi di dosi nel biennio 2022-2023", ha poi rivelato. L'orientamento dell'Europa - informano fonti qualificate - è fare sempre più ricorso ai vaccini a mRna preferiti, quindi, a quelli a vettore virale. In arrivo nelle prossime settimane altri due prodotti: Novavax e Curevax, quest'ultimo utilizza anch'esso la modalità mRna.

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Sommario

Figliuolo: arriva altro Pfizer

Sul miglioramento degli accordi con Pfizer annunciati dall'Ue, il commissario Figliuolo, precisa i numeri per il nostro Paese: "Per l'Italia vuol dire oltre 670.000 dosi in più ad aprile, 2 milioni e 150.000 dosi in più a maggio e oltre 4 milioni di dosi in più a giugno. Finalmente una bella notizia. Il piano va avanti così come l'avevo strutturato, per questo sono davvero contento".

AstraZeneca, il rifiuto in Lombardia

Sul siero di Oxford del resto ci sono delle difficoltà. "Quello del rifiuto del vaccino AstraZeneca è un tema difficile. E' un fenomeno che negli ultimi giorni sta diventando più importante di quello che possiamo pensare", ha detto il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, intervenendo in audizione in Commissione Sanità del Consiglio Regionale. La percentuale di chi dice 'no' sarebbe intorno al 15%. "Ho segnalazione di centri vaccinali importanti in cui parecchia gente li sta rifiutando - ha aggiunto -. In questi casi, se in sede di anamnesi ci sono valutazioni critiche, possiamo fargli il Pfizer. Negli altri casi, se non ci sono queste motivazioni, li rimettiamo in coda". Questo tipo di situazione si era verificata anche in altre regioni.

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J&J, Ema: "Decisione la prossima settimana"

"L'Ema sta accelerando la valutazione sul vaccino Johnson&Johnson e attualmente prevede di emettere una raccomandazione la prossima settimana". Lo afferma in una nota l'Agenza europea del farmaco, sottolineando comunque ancora che "i benefici del vaccino nella prevenzione del Covid-19 superano i rischi degli effetti collaterali". L'Agenzia ha spiegato che "il Comitato per la sicurezza (Prac) dell'Ema sta esaminando casi molto rari di insoliti coaguli di sangue che si sono verificati negli Stati Uniti a seguito dell'uso del vaccino Covid-19 di Janssen. Il tipo di coagulo di sangue riportato, la trombosi del seno venoso cerebrale (CVST), si è verificato nella maggior parte dei casi in combinazione con bassi livelli di piastrine (trombocitopenia)". "L'Ema sta indagando su tutti i casi segnalati - conclude la nota - e deciderà se è necessaria un'azione normativa. L'Agenzia sta lavorando a stretto contatto con la Fda statunitense e altri enti regolatori internazionali". 

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Le dosi Johnson & Johnson ferme

C'è da sciogliere quindi anche il nodo del vaccini di Johnson & Johnson, con le prime 180mila dosi che da ieri sono ferme, 'stoccate' nei congelatori dell'hub di Pratica di mare a -20 gradi, in attesa che arrivi l'esito degli accertamenti sulla sicurezza del vaccino. "Una eventuale limitazione di età sul vaccino Johnson & Johnson - dice l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato - rischia di avere lo stesso effetto di disorientamento che si è avuto su AstraZeneca. Spero che le Autorità regolatorie si determinino in fretta e in maniera chiara, senza commettere gli errori di comunicazione fatti su AstraZeneca". E continua: "Si rischia di arrecare un grave danno alla campagna vaccinale. Peraltro il tasso di segnalazione nell'ultimo rapporto di Aifa, ovvero il rapporto tra il numero di segnalazioni inserite nella Rete nazionale di farmacovigilanza rispetto alle dosi somministrate, riporta come la maggior parte delle segnalazioni appartengano a vaccini non sottoposti a limitazioni di età. Le dosi giunte a Pratica di Mare ci servono".

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Nuovi vaccini per le varianti

Bruxelles comincia a progettare la campagna vaccinale dei prossimi anni. "Ad un certo punto, potremmo aver bisogno di vaccini di richiamo per rafforzare e prolungare l'immunità e, se ci sarà una variante che sfugge al vaccino, avremo bisogno di sviluppare vaccini che siano adattati alla nuova variante e ne avremo bisogno presto e in quantità sufficiente", ha detto la presidente della Commissione Ue, sottolineando la necessità di "prepararsi a ciò che accadrà in futuro" allo scopo di "sconfiggere definitivamente il virus".

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Moderna: ok richiamo contro le varianti

E su questo fronte buone notizie arrivano dagli Stati UNiti. I due richiami in sperimentazione del vaccino anti-Covid di Moderna, sviluppati contro le varianti del SarsCov2, sembrano funzionare e neutralizzarle, secondo quanto risulta dai dati degli studi in fase pre-clinica. Lo comunica la stessa azienda in una nota, che ha pubblicato i dati sul sito BioRxiv, che raccoglie le ricerche che ancora non hanno ricevuto il vaglio della comunità scientifica. "Non vediamo l'ora di avere i dati clinici su questi richiami in fase distudio, specifici per le varianti del coronavirus, cosi come i dati clinici dello studio di fase 2/3 sugli adolescenti", dice Stephane Bancel, amministratore delegato di Moderna. "I nuovi dati preclinici sui candidati vaccini specifici per le varianti sono incoraggianti", prosegue. Uno dei due richiami è diretto contro la variante B.1.351 identificata in Sudafrica, mentre l'altro è un possibile richiamo multivalente, che combina in un unico siero il vaccino autorizzato ora in uso e quello contro la variante sudafricana. Entrambi hanno funzionato e aumentato l'attività neutralizzante contro le varianti nei topi.