Vaccino AstraZeneca, Pfizer, Moderna: dopo quanto la prima dose protegge da sintomi gravi

Ecco i risultati del primo report Iss sull'efficacia dell'immunizzazione dai rischi di infezione, ricovero e decesso

Piano vaccini in Italia (Ansa)

Piano vaccini in Italia (Ansa)

Roma, 16 maggio 2021 - Mentre in Italia continua la corsa al vaccino anti Covid (qui le modalità della somministrazione in azienda), è interessante scoprire quanto effettivamente questi vaccini funzionano contro il maledetto virus che ha infettato il mondo. La buona notizia è che gli ultimi studi sull'efficacia dei sieri - da AstrazZeneca a Pfizer a Moderna  - sono molto incoraggianti. E il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia assicura: "Non esistono vaccini di serie A e B: sono tutti efficaci".

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La domanda è: quanto mi protegge il vaccino da complicanze gravi del virus, anche dopo la prima dose? Ebbene: parecchio, è la risposta. Dai risultati del primo report nazionale dell’Istituto superiore di sanità e del Ministero della Salute si evince che nelle persone immunizzate il rischio di infezione da Sars-CoV2, di ricovero e decesso, diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane. A partire dai 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale si osserva una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi sia negli uomini, sia nelle donne e in persone di diverse fasce di età.

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Lo studio di Iss e ministero

Si sono analizzati i dati relativi a 13,7 milioni di persone immunizzate nel periodo che va dal 27 dicembre 2020 (avvio della campagna vaccinale) sino al 3 maggio 2021. Della platea di vaccinati, il 65% ha ricevuto almeno una dose del vaccino Pfizer, il 29% la prima dose di AstraZeneca e il 6% almeno una somministrazione di Moderna.   Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro commenta i dati della protezione: "Questi numeri confermano l’efficacia della campagna vaccinale e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale".

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L'incidenza della malattia

"L’incidenza di diagnosi di Covid nelle due settimane successive alla prima dose di qualsiasi vaccino – si legge nel report – è stata di 2,90 per 10.000 giorni persona, che si riduce a 1,33 nel periodo superiore a 15 giorni dalla prima dose". Per gli over 80 l’incidenza cala da 2,56 entro 14 giorni a 1.46 oltre, per i 60-79enni passa da 2.15 a 1.08.  Insomma, i vaccini funzionano bene e per tutti: la riduzione si osserva anche considerando i vaccinati per genere, area geografica, categorie prioritarie di vaccinazione e periodo di calendario, e risulta ancora più evidente se si considera la gravità nei 30 giorni successivi alla diagnosi. 

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L'incidenza dei ricoveri e dei decessi

L’incidenza di ricovero passa da 0,44 a 0,18 per 10.000 giorni persona, quella dei decessi da 0,18 a 0,04 per 10.000 giorni persona. L’età media delle persone vaccinate con una diagnosi è di 57 anni, con un ricovero successivo alla diagnosi è di 84 anni e delle persone decedute è di 87 anni.

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Confronti con Israele e Gb

Lo studio è coerente con quelli internazionali. "Di recente – osserva il report – sono stati pubblicati studi osservazionali che hanno valutato l’efficacia nella pratica dei vaccini in Regno Unito, Israele e Italia. Gli studi condotti in Gran Bretagna e in Israele mostrano che alla somministrazione del vaccino Pfizer si associa una riduzione sostanziale del rischio di infezione asintomatica e sintomatica a 7 giorni dal completamento dell’intero ciclo vaccinale. Le stime riportate della prevenzione dell’infezione si attestano attorno a valori dell’85% per lo studio britannico e 92% (asintomatici) e 94% (sintomatici) per lo studio israeliano".

Vaia: i vaccini sono tutti validi

"Non esiste una classifica di vaccini di serie A e B. Sono tutti validi. La classifica è stata creata da una cattiva comunicazione, dai balbettii e da improvvidi interventi anche in sede europea dove qualcuno ha detto: non compreremo più questo vaccino. Ma non ha spiegato perché non lo compra", ha detto il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia. "Ormai è provato che i vaccini coprono le varianti e ce lo dicono gli studi avanzati e la campagna vaccinale di alcuni Paesi come Israele e Inghilterra. Chi dovesse essere di nuovo contagiato, è asintomatico, non andrà in ospedale, non rischia nulla. Ecco perché è fondamentale vaccinarsi". Vaia ha detto che i cittadini "devono andare in vacanza e per questo, bisogna organizzare la sanità pubblica di prossimità per vaccinarsi, arrivare anche magari a fare il vaccino in aeroporto. I vaccini ora arriveranno nelle farmacie, probabilmente quello scelto sarà il Johonson".