Mercoledì 24 Aprile 2024

Le Iene, che cos'è l'Unar e come funziona

Ufficio paladino di rom e profughi nel mirino de Le Iene. Tre anni fa altri guai per la diffusione di opuscoli gender nelle scuole

Unar nella bufera dopo il servizio delle Iene

Unar nella bufera dopo il servizio delle Iene

Rome, 21 febbraio 2017 - Un milione di euro l’anno di fondi europei. È questo il budget a disposizione dell’Unar, Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali, finito nell’occhio del ciclone dopo il servizio delle Iene. I fondi, che vengono stanziati ogni due anni e coprono tutte le attività, vedono come impegno principale, secondo quanto sottolineano fonti dello stesso ufficio (già finito nella bufera nel 2014 quando il ministero dell’Istruzione bloccò degli opuscoli gender diffusi alle scuole e ‘sanzionò’ con una nota di demerito l’allora direttore), la lotta alle discriminazioni razziali e vengono attribuiti sulla base di un progetto alle varie associazioni impegnate su questo fronte. Sono oltre 300 le realtà che sono entrate a far parte, rispettando una serie di criteri tra cui quello di essere «senza fini di lucro», del registro delle associazioni che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni. Queste associazioni possono partecipare con un proprio progetto ai bandi emanati dall’Ufficio e poter così accedere a una fetta del totale di un milione l’anno di finanziamenti.

Non ci sono, chiaramente, solo associazioni che lottano contro le discriminazioni sessuali ma moltissime realtà che vanno da «A buon diritto Onlus» che si occupa di diritti umani ad «Anziani e non solo», a vari comitati dell’Arci, all’Associazione don Vincenzo Matrangolo che, tra l’altro, lavora sul tema dei migranti e in particolare dei rifugiati, ad «Avvocato di strada» e tante altre realtà. Che, appunto, possono conquistare un finanziamento se il loro progetto risulterà vincitore di bando.

L’Unar nasce nel 2003, quando il governo decide di recepire una Direttiva comunitaria proprio sull’istituzione di un ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica. Negli ultimi anni l’attività dell’Ufficio si è estesa anche all’ambito delle discriminazioni di rom e sinti e delle discriminazioni di genere o di orientamento sessuale.

Molto attivo è il Contact Center, costituito da un numero verde e da un indirizzo web, nel quale lavorano una ventina tra operatori telefonici, avvocati e psicologi che raccolgono segnalazioni, denunce e testimonianze su fatti che pregiudicano la parità di trattamento fra le persone, offrono assistenza immediata alle vittime e le accompagnano in un eventuale percorso giurisdizionale. Il numero verde gratuito è attivo dal lunedì al venerdì ed è disponibile in lingua italiana, inglese, francese, spagnola, albanese, araba, russa, rumena e in cinese mandarino; il punto di accesso online è accessibile 24 ore su 24.

L’attuale bando scade a ottobre 2017 e a breve dovrebbe esserne emanato uno nuovo. Oltre al contact center, l’Unar si occupa anche di svolgere inchieste, promuovere azioni positive, fare campagne di sensibilizzazione e comunicazione, fornire raccomandazioni e pareri su questioni connesse alla discriminazione (non ha però potere sanzionatorio), promuovere studi e corsi di formazione. Dovrebbe anche redigere due relazioni annuali, una al Parlamento e una al presidente del Consiglio. Tra le campagne, la Settimana d’azione contro il razzismo che si svolge ogni anno attorno al 31 marzo e le attività di sensibilizzazione contro l’infibulazione.