Mercoledì 24 Aprile 2024

Torino, per questioni di procedura 'congelato' l'arresto di 5 tunisini vicini all'Isis

Il 21 giugno un gip aveva respinto la richiesta di arresto, il tribunale del riesame ha ribaltato la decuisione, ma i 5 ora potrebbero ricorrere in Cassazione. In realtà due sono morti in Siria, e tre sono ai domiciliari ma per droga

foreign fighter (Afp)

foreign fighter (Afp)

Torino, 16 novembre 2017  - Per questioni di procedura 5 tunisini, sospettati di avere formato in Italia un gruppo collegato all'Isis, restano a piede libero, per questo reato. La Procura di Torino ha ottenuto cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per gli indagati per terrorismo internazionale. Ma le misure non possono essere eseguite: la procura di Torino aveva chiesto gli arresti il 17 maggio, ma un gip, il 21 giugno, aveva respinto l'istanza. 

Quindi il pm Andrea Padalino aveva fatto ricorso al tribunale del riesame del Piemonte, che nei giorni scorsi gli ha dato ragione. Ma resta che l'ordinanza dei giudici non è esecutiva perché gli indagati possono ancora ricorrere in Cassazione: l'arresto non può scattare.

Dei cinque sospettati, tre di loro si trovano agli arresti domiciliari per droga. Altri due invece sono morti in Siria. I due 'foreign fighters', dopo un soggiorno in Italia, erano andati a combattere in Medio Oriente e, alla loro morte, i compagni li avevano salutati come "martiri" con dei post su Facebook.

L'inchiesta dei carabinieri dei Rosera nata da controlli su false dichiarazioni di studio all'Università di Torino presentate da stranieri per ottenere permessi di soggiorno. I militari hanno individuato i sospettati e hanno scoperto che nel frattempo si erano stabiliti a Pisa per dedicarsi allo spaccio di stupefacenti.