Mercoledì 24 Aprile 2024

Truffe, vittima un anziano su tre. "Le donne bersaglio preferito"

Sondaggio Ipr Marketing: molti scelgono di non denunciare Truffe agli anziani, inviaci le tue segnalazioni via mail a [email protected]

Truffe agli anziani: uno su tre ne è vittima

Truffe agli anziani: uno su tre ne è vittima

SECONDO un sondaggio condotto da IPR Merketing, in Italia il 32% degli “over 65” ha subìto una truffa o un tentativo, anche se a subire un danno reale è stato il 20%. Sono imbrogli, talvolta anche elaborati e sofisticati, messi a segno da falsi tecnici o dipendenti pubblici, finti agenti di polizia o volontari di inesistenti organizzazioni umanitarie, a danno dei soggetti più deboli del nostro tessuto sociale. Sono le truffe agli anziani, un fenomeno che interessa circa un quarto della popolazione e che spesso rimane nascosto o taciuto, per vergogna oppure per paura. Nel 65% dei casi la vittima è una donna. Non importa quale sia l’area geografica, visto che questo genere di episodi interessa in modo omogeneo l’intero territorio nazionale. Dove e come avvengono i raggiri? In casa ma anche fuori, attraverso opere di distrazione ed esibizione di identità fittizie, spesso accompagnate da un’attenta orchestrazione, che comprende elementi falsamente rassicuranti come la presenza di complici o finti testimoni. Nel 77% dei casi si verifica una richiesta di denaro immediata, anche se l’operazione non va sempre a segno: il 13% degli anziani dichiara di essere riuscito a sottrarsi, percependo la richiesta dell’interlocutore eccessiva o inverosimile.    DEL RESTO, uno degli ingredienti tipici di simili azioni è l’induzione alla fretta, e avendo un poco di tempo in più per pensare può risultare agevole sottrarsi alle pressioni dei malintenzionati. Una volta consumato il danno, come si comporta chi è caduto in trappola? A questo proposito, un aspetto essenziale è costituito dalla rete di protezione relazionale e affettiva su cui può fare affidamento la persona offesa, naturalmente portata a “proteggersi” rimuovendo l’accaduto.  Come documentano anche fonti istituzionali, la crescita delle truffe va ricercata tra l’altro nell’atomizzazione della famiglia e, conseguentemente, nella solitudine in cui vivono molti anziani. Per questi individui il raggiro non si configura solo come danno economico ma anche come autentica caduta psicologica, con ripercussioni molto serie sulla qualità della vita e possibili, ulteriori danni nella dimensioni dell’autonomia e della capacità di socializzazione.  Il 35% delle persone truffate, infatti, dichiara di avere provato vergogna dopo l’episodio e il 20% sceglie perfino di non comunicarlo alla famiglia. Con il risultato che solo il 60% degli anziani vittime di truffa decide di andare al commissariato e raccontare tutto. Alla base di questo comportamento esiste anche un sentimento di diffuso scetticismo verso l’efficacia della denuncia: il 30% la ritiene un’azione inutile, mentre il 10% ha addirittura paura di farlo.  Il 65%, compresi coloro che si sono rivolti alle autorità, è scettico sulla possibilità di recuperare quanto si è visto sottratto.    FORTEMENTE avvertite sono anche le lacune del nostro sistema normativo: il 58% degli intervistati pensa che le pene previste dal codice siano troppo basse per rappresentare un valido deterrente. Su questo terreno esistono dei margini significativi di intervento. Accanto alla costruzione di una rete di protezione sociale efficace e alla promozione di una cultura più attenta alle esigenze dei “soggetti deboli”, la garanzia della sanzione verso chi commette questo tipo di reati rimane fortemente avvertita. Si aggiunga, per concludere, che negli ultimi anni è cresciuta anche la popolazione anziana attiva su internet, e che con ciò la minaccia delle frodi via web ha trovato un nuovo, promettente bacino di potenziali vittime.   IL PERIMETRO del rischio si allarga costantemente e il legislatore è chiamato a dare delle risposte nel più breve tempo possibile. Basti pensare a una regola che è stata decisa da molte banche, cioè ai clienti over 80 non si concede più la possibilità di utilizzare il conto on line. Insomma, invece di individuare i truffatori e adottare sistemi informativi a prova di truffa, spesso è più facile limitare ancora di più la libertà delle possibili vittime.  * direttore IPR Marketing