Giovedì 18 Aprile 2024

Mafia, sequestrato tesoro Riina. Ville e conti per 1,5 milioni

"Il boss ha continuato a imporre il proprio volere". Blitz contro il Clan Brancaccio: 34 arresti

Il boss mafioso Totò Riina (Ansa)

Il boss mafioso Totò Riina (Ansa)

Roma, 19 luglio 2017 - Ville e conti per 1 milione e mezzo di euro. E' il tesoro del boss Totò Riina e della sua famiglia sequestrato dai Carabinieri del Ros e quelli del Comando Provinciale di Palermo e Trapani in un'operazione nella notte. Il provvedimento riguarda società, una villa, 38 rapporti bancari e, soprattutto, numerosi terreni del padrino corleonese. L'inchiesta nasce dai redditi dichiarati negli anni da Riina e dai suoi familiari da cui è stato possibile ipotizzare l'utilizzo di mezzi e di risorse finanziarie illecite. Sempre di oggi, giorno del 25esimo anniversario della strage di via D'Amelio, un'altra importante operazione antimafia: 34 persone del clan Brancaccio sono state arrestate da polizia e guardia di finanza di Palermo

"HA CONTINUATO A IMPORSI" - La famiglia del capomafia, detenuto dal 1993, ha potuto contare su molto denaro, malgrado i numerosi sequestri di beni subiti nel tempo e a fronte dell'assenza di redditi ufficiali. La moglie del padrino, Ninetta Bagarella, è riuscita a emettere tra il 2007 e il 2013 assegni per oltre 42.000 mila euro a favore dei familiari detenuti: il figlio maggiore Giovanni, che sconta in carcere l'ergastolo, e il più piccolo, Giuseppe, ora tornato libero dopo una condanna per mafia. Le indagini rivelano, spiegano i carabinieri, come il boss, anziano e malato, "nonostante la lunga detenzione, sia riuscito nel tempo ad imporre il proprio volere riguardo dinamiche criminali non solo interne al mandamento di Corleone, ma anche nei più generali assetti di Cosa nostra".

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SEQUESTRI - Tra i beni sequestrati una villa di 5 vani a Mazara del Vallo in cui, in passato, nei periodi estivi, Salvatore Riina avrebbe trascorso la latitanza coi suoi. Le indagini hanno ricondotto l'effettiva proprietà dell'immobile, intestata a un prestanome, a Salvatore Riina che, dopo l'arresto, l'ha ceduta al fratello Gaetano che l'ha occupata ininterrottamente attraverso un finto contratto di affitto. Le intercettazioni hanno rivelato che l'abitazione è stata oggetto di una lite familiare tra Gaetano Riina e la cognata che ne rivendicava la proprietà. Il sequestro riguarda anche beni che si trovano nelle province di Lecce e Brindisi formalmente intestati a Antonino Ciavarello, genero di Salvatore Riina (Società a Responsabilità Limitata Rigenertek, AC Service e Clawstek). Le imprese commerciano in autovetture e, stando agli esiti delle indagini patrimoniali, sono state costituite con denaro sporco. Infatti, l'esame incrociato della contabilità delle aziende ha evidenziato una sperequazione di ben 480 mila euro, immessi per lo più in contanti ed in numerose tranche nei patrimoni sociali senza alcuna giustificazione legale.