Covid, contagio alla vigilia della terza dose: che fare? Dopo quanto il booster?

La regola generale e la circolare del Ministero della Salute. Le informazioni e la normativa. La profilassi nei bambini

Vaccini anti Covid (immagini di repertorio)

Vaccini anti Covid (immagini di repertorio)

Roma, 6 gennaio 2022 - La diffusione a macchia d'olio della variante Omicron, con sintomi relativamente lievi nei vaccinati, è la diretta conseguenza della straordinaria capacità del ceppo virale mutante di attenuare o aggirare almeno in parte le difese immunitarie. Succede così che decine di migliaia di persone già vaccinate a ciclo completo, e che hanno ricevuto l'invito a presentarsi per la terza dose di richiamo con appuntamenti a cavallo tra gennaio e febbraio 2022, avendo completato il ciclo vaccinale l'estate scorsa (luglio agosto), si siano contagiate con Omicron tra Capodanno e l'Epifania. Che fare?

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Sono risultato positivo a Omicron in questi giorni. Ero in calendario per la terza dose. Cosa devo fare?

La regola generale contenuta nelle faq https://www.dgc.gov.it/web/faq.html#pvaccinate del ministero prevede una convalescenza minima di 4 mesi prima del richiamo. Questa norma deve fare i conti con una situazione in divenire, in quanto da Roma arrivano nuove circolari, mentre per quanto riguarda il flusso dei dati le regioni sono spesso organizzate in modo difforme una dall'altra, ad esempio la Toscana segue una gerarchia diversa dall'Emilia Romagna, a sua volta la Lombardia e il Lazio non sono sovrapponibili. Al medico di famiglia resta il compito centrale di ricevere le segnalazioni di malattia da parte dei pazienti, dirimere i dubbi nei casi particolari, prescrivere terapie tempestive efficaci. Altre volte la presa in carico avviene in ambito ospedaliero, o comunque fuori dal circuito degli ambulatori dei medici di medicina generale.

Da dove vengono le indicazioni a somministrare la terza dose di vaccino a quanti hanno già avuto il Covid, e chi le ha date?

Dal 10 gennaio 2022 anche tutti quelli guariti dal Covid sono chiamati a ricevere la terza dose di vaccino (booster) dopo 4 mesi dalla diagnosi di infezione superata. Lo dice la circolare del 24 dicembre scorso firmata da Gianni Rezza (Ministero della Salute, ufficio prevenzione), Nicola Magrini (direttore generale Aifa), Silvio Brusaferro (Istituto Superiore di Sanità) e Franco Locatelli (Consiglio Superiore di Sanità). Quanti hanno superato l'infezione possono ricevere la dose booster dopo 120 giorni, con Pfizer o Moderna.

Ho sviluppato l'infezione malgrado le precauzioni prese. Come si spiega?

La Omicron, molto più della variante Delta, si moltiplica a velocità sorprendenti, sia all'interno dell'organismo umano (periodo di incubazione ridotto rispetto alle varianti precedenti), sia contagiando con effetto domino altri soggetti (indice di trasmissione elevato, paragonabile al morbillo o alla varicella come facilità di diffusione). La circolazione dell'agente infettivo viene nondimeno alimentata dal serbatoio dei portatori asintomatici. In questi casi, ai primi sintomi, contattare il medico e stare in quarantena seguendo le prescrizioni. Una volta negativizzati, l'organismo sviluppa anticorpi analogamente a un vaccino anti-Covid.

I convalescenti sviluppano difese naturali senza bisogno di ricorrere al booster?

Le difese naturali vengono evocate una volta superata la fase acuta dell'infezione da Covid-19. Dopo la guarigione gli anticorpi circolanti ci preservano da ulteriori attacchi, ma poi calano come concentrazione. La dose booster ha una sua validità perché, una volta esaurita la funzione anticorpale nei confronti dei Coronavirus, entra in gioco la memoria linfocitaria cellulare, caratteristica dei vaccini, che si mantiene per più tempo. Al momento, le autorità sanitarie raccomandano la terza dose a tutti.

I bambini che hanno superato il Covid devono essere vaccinati?

In attesa di più precise indicazioni ministeriali, i medici suggeriscono comunque la vaccinazione anche nell'infanzia. Dai pediatri viene la raccomandazione a immunizzare i bambini dopo 3-4 mesi dall’infezione. Perché anche se nei primi anni di vita il decorso del Covid somiglia a un raffreddore o a un'influenza, esiste in una minima percentuale di casi la possibilità che il bimbo possa sviluppare un quadro infiammatorio acuto severo, che richiede ospedalizzazione e talvolta ricovero in terapia intensiva.

Ho fatto anche la terza dose, eppure mi sono infettato con Omicron. Dovrò comunque fare un richiamo vaccinale in futuro?

Siamo probabilmente in presenza di un soggetto fragile o immunodepresso, con un sistema di difese che risponde in maniera minore al richiamo della vaccinazione. Se si è diventati positivi dopo la somministrazione della terza dose non bisognerà fare più nulla, se non aspettare gli studi clinici controllati, nei mesi successivi, e attendere le indicazioni future del governo. Al momento, in Italia, non è prevista la somministrazione di una quarta dose, e il green pass è valido per 6 mesi.

Tamponi in tilt, lo sapevate?

“Nonostante la protezione dei vaccini e la minore severità di Omicron, il numero di infezioni e la velocità di crescita fanno sì che l'impatto della variante sugli ospedali sia destinato a crescere ulteriormente. I contagi rischiano di rendere la situazione molto complicata da gestire con le regole attuali". Lo ha sottolineato Alessandro Vespignani, epidemiologo della Northeastern University di Boston. “Sapevamo che il sistema dei tamponi sarebbe andato in tilt".

Ci proteggeremo con gli antivirali?

Finalmente è stato distribuito in Italia l'antivirale Molnupiravir di Msd, che affianca il Remdesivir di Gilead, due antivirali (il primo si prende per bocca) che serviranno a limitare i danni da Covid nella popolazione più vulnerabile. Mario Clerici, docente di immunologia dell'università di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, considera il modo migliore di usare le pillole antivirali sui pazienti non vaccinati o con singola dose che arrivano in pronto soccorso con i primi sintomi e hanno fattori di rischio. “Questo tipo di terapia – spiega lo specialista - è per certi versi analoga a quella che ha trasformato l'Aids in malattia cronica con sopravvivenza simile a quella dei non infetti con Hiv. Tutto ciò è stato possibile grazie agli antivirali. Va ribadito in ogni caso che i farmaci non rimpiazzano i vaccini”.

Quanto sono attendibili i test diagnostici?

“Con la variante Omicron destinata a diventare predominante, i tamponi antigenici rapidi rischiano di diventare inutili. La nuova versione del virus Sars-CoV-2 sembra in grado di sfuggire con maggior frequenza ai test diagnostici oggi più utilizzati". A spiegarlo è Guido Rasi, consulente del commissario per l`emergenza Covid.

Covid e influenza, perché è utile una doppia difesa?

Dal momento che i sintomi delle due infezioni sono in parte simi all'inizio, aver fatto il vaccino antinfluenzale agevola la diagnosi differenziale nella popolazione, sopratutto nei più fragili. Dalla media masterclass organizzata alla Sapienza, Università di Roma, promossa da Sanofi Pasteur, è emerso inoltre che un contagio concomitante (Covid e influenza) raddoppia le probabilità di ricovero in terapia intensiva, con prognosi sfavorevole, rispetto alla sola infezione da Sars-Cov2. Ecco due buoni motivi per sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale, siamo ancora in tempo.

Immunità di gregge, ci arriveremo?

Secondo Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva, “il vaccino ha molto depotenziato questo virus e con la variante Omicron, che diventerà predominante in 2 o 3 settimane, il 95% dell'immunità di gregge sarà raggiunto entro marzo o aprile”. Chi non è vaccinato, nei prossimi tre mesi sarà molto probabilmente contagiato dalla variante Omicron. I più fortunati si prenderanno qualcosa che assomiglia a un raffreddore o un'influenza, i meno fortunati corrono il rischio di finire in ospedale.

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