Mercoledì 24 Aprile 2024

Terremoto, scoppia il caso scuole. "Pronte a settembre? Un miraggio"

Caos a un mese dal via. A Visso c'è l'edificio, mancano gli studenti

Terremoto Centro Italia

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Bologna, 17 agosto 2017 - Sì, ma le scuole? A neanche un mese dall’apertura – tra l’11 e il 15 settembre nelle quattro regioni terremotate – a che punto sono i cantieri della ricostruzione? Quante di quelle disastrate potranno riaprire? Angelo Sciapichetti, assessore alla Protezione civile delle Marche, la spiega così: «Si sta lavorando, anche con il frutto delle donazioni. Bisogna capire. Per dire: se tra una settimana arrivano i temporali si blocca tutto. Ma sia chiaro, non ci sarà alcun rinvio delle lezioni. Se le nuove scuole non saranno pronte, sposteremo gli studenti altrove e assicureremo i collegamenti, come abbiamo sempre fatto. Non è che una scuola si tira su in due, tre o quattro mesi come pensa qualcuno».

NELL’ORDINANZA 14 del 16 gennaio – poi corretta il 31 luglio – il commissario per la ricostruzione Vasco Errani prevedeva: «Costruzione di nuovi edifici scolastici definitivi (...) da realizzarsi, per l’inizio dell’anno scolastico 2017-2018 (...) Riparazione, adeguamento sismico, degli edifici che hanno avuto un esito di agibilità E che consenta il riutilizzo delle scuole per l’anno scolastico 2017-2018». I soldi ci sono, 230 milioni, donazioni e Stato. Sciapichetti non dà scadenze: «Le scuole da ristrutturare, a settembre non saranno pronte. Le riapriremo appena sarà possibile». Dall’ufficio stampa del governatore Ceriscioli fanno sapere: «Quasi ultimati i lavori a Sarnano; iniziati a Pieve Torina, Fiastra, Fabriano; 13 non iniziati».

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MA NON BASTANO i ritardi sui cantieri, è tutta una catena. A Visso, splendido borgo massacrato dalle scosse di ottobre, va così: la scuola c’è, non ci sono gli studenti perché qui stanno ancora lavorando alle spianate che dovranno accogliere i villaggi di legno. Il sindaco Giuliano Pazzaglini è di pessimo umore: «Ho chiesto ai genitori qualche piccolo sacrificio, pensavo a un albergo che li ospitasse finché non sono pronte le casette, con un servizio di scuolabus. Ho chiesto al preside elasticità sugli orari. Però non ho ancora ricevuto risposte, giustamente le famiglie ci stanno pensando. I cittadini sono sparpagliati in tre province, sempre a causa di una scelta scellerata della Regione. Quando a marzo avevo scritto all’assessore competente, quello al Turismo, di non spostare gli ospiti dalle strutture perché avremmo avuto difficoltà per il servizio scuolabus, mi aveva risposto che lui non si occupava di Trasporti, questo per dare l’idea. Già, gli sfollati sono stati gestiti dall’assessore al Turismo. Avevo riaperto la scuola di Visso a Loreto, affittando una struttura. Era stato possibile perché le persone erano concentrate in pochi punti, sulla costa. Poi sono state trasferite e tutto è diventato inutile». Qualcuno aveva addirittura proposto lezioni via Skype... «Sì, ma la cosa non ha trovato grande risposta», ammette Pazzaglini. In sintesi: «La scuola riapre tra meno di un mese. Ma non sappiamo con quanti ragazzi».

PER ORA tra Visso, Pieve Torina, Pievebovigliana e Muccia si sono iscritti in 250, prima erano 400, fa sapere il preside Giorgio Gentili, reggente in quei paesi. «Ma ancora ci sono movimenti giornalieri. Solo ai primi di settembre si potrà veramente capire». Gentili è anche titolare a San Ginesio, altro borgo marchigiano, altri problemi. Spiega: «Qui le scuole dell’infanzia e primaria sono state abbattute, devono ricostruirle ma per ora hanno tolto solo le macerie. Avevano promesso che sarebbero state pronte a settembre. Chi lo aveva promesso? Tutti quelli che sono venuti su, la Protezione civile, la Regione... Invece i lavori probabilmente inizieranno a metà del mese prossimo».