Mercoledì 24 Aprile 2024

Terremoto, Amatrice rasa al suolo. "C'è mio figlio là sotto"

Drammatiche testimonianze dopo il sisma che ha devastato il comune marchigiano. Il sindaco: "Non c'è nulla"

Disperazione ad Amatrice (LaPresse)

Disperazione ad Amatrice (LaPresse)

dall'inviato ALESSANDRO FARRUGGIA

AMATRICE (Rieti), 24 agosto 2016 - «SILENZIO , silenzio, silenzio!». Il soccorritore urla. E il silenzio, un silenzio di morte, cala su Amatrice. Ci sono esseri umani là sotto, sotto quell’ammasso informe di pietre, di pezzi di legno, di coppi. I soccorritori hanno disperatamente bisogno del silenzio per sentire le voci di chi è sepolto. I cani da ricerca non sono ancora arrivati, e sono le voci, assieme alle indicazioni dei parenti di chi è là sotto, alle indicazioni di chi è sopravissuto, ad essere la bussola di chi cerca di salvare quante più vite umane possibili. I vigili del fuoco, i carabinieri, la gente comune stanno scavando con mani nude e picconi, badili e pezzi di legno per cercare di portare fuori da quello che fu il centro storico di Amatrice quante più persone. É una lotta frenetica e disperata. Attorno a piazza del mercato non c’è un edificio rimasto in piedi. Un gruppo di uomini della forestale e uno dei vigili del fuoco sta scavando su quello che era un edificio a due piani, ridotto a uno scheletro. C’è una donna la sotto. L’hanno sentita mezz’ora fa urlare e adesso la stanno tirando fuori. Compare infine completamente coperta di polvere. Ma è viva. La caricano su una barella, e i soccorritori corrono, corrono verso un’ambulanza, che la porta via.

LA RICERCA  ricomincia. Ogni casa, ogni singola casa del centro ferito di Amatrice ha qualcuno che scava, ha qualcuno che è rimasto intrappolato la sotto. Le strade di accesso al paese sono bloccate dalla polizia e soltanto i mezzi di soccorso possono entrare. Il dramma è che per sollevare tutte queste macerie servono mezzi pesanti, ma non è possibile usarli perché la sotto ci sono ancora persone vive. Risalendo lungo il corso una voce si diffonde da soccorritore a soccorritore: sono stati trovati dei bambini. È la prova che c’è ancora speranza e questo, se possibile, moltiplica gli sforza di chi sta portando soccorso. Le prime notizie parlano di sette morti, il sindaco ha già messo a disposizione un’area all’interno di alcuni edifici che non sono crollati per ospitare le bare prima che vengano portate lontano. Il sindaco, Sergio Pirozzi, parla di un centinaio di persone, una stima approssimativa, sotto le macerie. Non si lamenta dei soccorsi: "Sono arrivati e sono arrivati presto non c’è nulla da dire" dice. Ma a chi gli chiede quale possa essere il bilancio di questa tragedia, allarga le braccia: «È un massacro». Il paradosso di questa tragedia è che gli edifici moderni, gli edifici costruiti in cemento armato sono stati danneggiati, in qualche caso anche pesantenmente ,ma hanno retto. I morti sono tutti nelle vecchie case, che evidentemente nessuno ha messo in sicurezza. Risalendo nel centro incontriamo un gruppo di soccoritori che trasporta una donna ferita sopra l’imposta di una finestra. La signora sanguina da una gamba, ma è viva. Ai lati dellla strada gente in stato di choc avoolta in coperta termiche. Uno di loro, un anziano, continua a ripetere: «C’è mio figlio e c’è sua moglie là sotto». Un carabiniere cerca di confortarlo, altra gente sta scavando.

​MA ATTORNO a quella casa, attorno a quell’anziano, attorno a quelli che scavano c’è solo silenzio. Non si sentono le voci e la speranza diminuisce di minuto in minuto. Più su, più avanti sono stati trovati due anziani protetti da alcune travi del tetto della lora camera da letto. Ancora non riescono a tirarli fuori perchè c’è il timore di nuovi crolli, ma sono vivi e i vigili del fuoco lavorano con le tronchesi e puntellano l’edificio per salvartli. L’esatta misura della tragedia sarà possibile averla solo più tardi, ma un’Amatrice ferita già piange i suoi morti e sa che nulla sarà più come prima.