Giovedì 25 Aprile 2024

"Scusa piccola Giulia, non sono riuscito a salvarti"

La lettera del vigile del fuoco sulla bara bianca. Il vescovo: il suo abbraccio ha salvato la sorella, la vita ha vinto SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Il biglietto del soccorritore sulla bara della piccola Giulia

Il biglietto del soccorritore sulla bara della piccola Giulia

ASCOLI PICENO, 28 agosto 2016 - IN OGNI grande tragedia c’è sempre, almeno, un dramma simbolo, l’icona che sintetizza l’immensità della catastrofe e la consegna alla memoria collettiva. Che sia una storia, una foto, un aneddoto o una frase, quasi sempre si tratta di qualcosa privo di ogni speranza e sinonimo, in sostanza, di morte. Fredda, inscalfibile, inesorabile. Anche il sisma piceno-laziale, quasi trecento vittime totali, ha il suo dramma simbolo: la morte di Giulia Rinaldo, la bimba di 9 anni sommersa dalle macerie a Pescara del Tronto. Una giovane vita spezzata all’improvviso, una bara bianca circondata dal dolore, purtroppo un’immagine ricorrente in casi come questo. Ieri, sul feretro, era appoggiato un foglio.   «CIAO PICCOLA – si leggeva sulla lettera firmata Andrea –, ho solo dato una mano a tirarti fuori da quella prigione di macerie. Scusa se siamo arrivati tardi, purtroppo avevi già smesso di respirare, ma voglio che tu sappia che da lassù abbiamo fatto tutto il possibile per tirarvi fuori. Quando tornerò a casa mia all’Aquila saprò che c’è un angelo che mi guarda dal cielo e di notte sarai una stella luminosa. Ciao Giulia, anche se non mi hai conosciuto ti voglio bene». L’autore, Andrea, è uno dei vigili del fuoco che sono intervenuti sul posto. Una storia tragica quella di Giulia che però, in sé, ha qualcosa di diverso, di speciale. Ed ecco che, come in una moneta magica, dietro la straziante faccia della disgrazia si cela quella splendida della vita. Sì, perché Giulia con il suo corpo ha coperto e protetto la sorellina Giorgia che ieri, proprio grazie a questo gesto estremo, ha potuto soffiare sulle quattro candeline della torta di compleanno. Un compleanno senza festa, in ospedale, ferita e tanto spaventata da aver perso la parola.   MA VIVA, grazie a quell’ultimo, lunghissimo abbraccio con Giorgia. Con lei, in una stanza al primo piano dell’ospedale Mazzoni di Ascoli, a poche decine di metri dal palasport in cui si svolgevano i funerali delle vittime, c’era anche mamma Michela, costretta a letto dalle lesioni riportate agli arti inferiori. Il presidente Mattarella le ha raggiunte dopo la funzione, portando un regalo alla bimba: la bambola di Elsa, la protagonista di Frozen. Una scelta probabilmente non casuale, visto che nel cartone animato Disney la principessa si salva dal principe malvagio proprio grazie al sacrificio della sorella Anna, che si frappone tra lei e la spada.  Durante la funzione il vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, ha ricordato entrambe le sorelline: «La vita vince sulla morte, dalla morte è rinata la vita». «Giulia, senza vita, era riversa sulla sorellina più piccola, Giorgia. È l’abbraccio tra la morte e la vita, ma a me sembra – ha concluso – che abbiano vinto la vita e la speranza». 

FABIO RINALDO, 45 anni, padre delle due bambine, era stato estratto dalle macerie pochi minuti prima di loro, insieme alla moglie. È stato lui a indicare ai soccorritori il punto in cui si trovavano le figlie: «Giulia non c’è più, è rimasta Giorgia a darci la forza per andare avanti», ha detto nei giorni scorsi, con la voce rotta dal pianto. Fabio, Michela e Giorgia ora torneranno a Roma, quartiere Ponte Mammolo, con un vuoto incolmabile in casa, ma un angelo in più che li guiderà dal cielo.