Sabato 20 Aprile 2024

Terremoto, lettera a Putin. Le aziende: "Basta sanzioni"

Appello dalle Marche al Cremlino: "Siamo in ginocchio". L'ambasciata: presto una risposta

Terremoto Norcia, i danni a un'azienda che produce prosciutto (Afp)

Terremoto Norcia, i danni a un'azienda che produce prosciutto (Afp)

Pesaro, 4 novembre 2016 - «CHIEDO di considerare la sospensione delle attuali sanzioni della Russia verso la regione Marche, in particolare nel settore agroalimentare e nel sistema moda e arredo». È la richiesa avanzata ufficialmente dal presidente della Camera di commercio di Pesaro e Urbino Alberto Drudi nella lettera inviata al presidente russo Vladimir Putin. La missiva, nella quale si ricorda il «tragico terremoto che ha colpito Marche e Umbria e che sta mettendo in ginocchio tantissime attività produttive», è stata consegnata ieri a Roma, assente l’ambasciatore Sergey Razov, nelle mani del suo primo consigliere. E la risposta ufficiale è arrivata da Dmitry Gurin, consigliere d’ambasciata e responsabile per i rapporti con la stampa: «Prendiamo molto seriamente questa richiesta che ci è stata avanzata perché la riteniamo una proposta seria. La inoltreremo – dice – al presidente e ci sarà sicuramente a breve una risposta ufficiale da parte di Mosca».

NON SOLO. L’agenzia di stampa russa Ria Novosti, una delle più importanti del Paese, ha subito rilanciato la lettera-appello accompagnandola con una intervista al presidente camerale di Pesaro, che è anche vice presidente Unioncamere Marche e consigliere della Camera di commercio italo-russa con sedi a Mosca e Milano. Lettera-appello, controfirmata anche dal presidente della Camera di commercio di Perugia Giorgio Mencaroni, che ha trovato immediato riscontro nei mass media russi con annuncio dell’arrivo di troupe tv.

La richiesta di aprire una sorta di zona franca per le due regioni colpite dal terremoto, poggia sull’impato emotivo generato in tutto il mondo dal sisma, ma trae anche forza dalla figura di Drudi, che è stato uno dei primi a guidare una missione camerale in Crimea poche settimane dopo il referendum di annessione alla Russia. Tanto da essere diventato ‘persona sgradita’ in Ucraina.

SI LEGGE ancora nella missiva di Drudi a Putin: «Le nostre aziende sono pronte a ripartire e guardano con fiducia alla riapertura del mercato russo, primo sbocco dei nostri prodotti». E questo dopo aver prima rimarcato «tutta la stima alla sua persona e al popolo russo, con il quale da tantissimi anni le Marche collaborano in maniera proficua in ogni settore».

Pro Putin e Russia, ovviamente contro le sanzioni dell’Unione europea, che tanti danni hanno fatto agli imprenditori marchigiani dei settori citati. Non è la prima volta che Drudi critica apertamente la politica occidentale verso la Russia. «Credo che ci siano stati troppi errori. Quindi ci provo ad aprire una strada e vediamo cosa succede», dice.

NEI PROSSIMI giorni, annuncia Drudi, «manderò una lettera anche all’Unione europea (cosa richiesta anche dal primo consigliere d’ambasciata ndr ) e inviterò ufficialmente l’ambasciatore Rozov nelle Marche. Qui la situazione è drammatica, l’economia va a picco, la gente è senza lavoro e si parla solo di referendum». Nei primi sei mesi del 2016, è la conclusione di Drudi, «solo nelle Marche abbiamo avuto una flessione di esportazioni verso la Russia del 35%, pari a 88 milioni di euro. Nel 2013 al Crocus, la mostra del mobile di Mosca, erano presenti 550 imprese italiane, nell’edizione di tre settimane fa solo 250 aziende. I mobili iniziano a farseli loro, le scarpe le comprano in Turchia, fra un po’ si faranno anche il vino... Parliamo di terremoto e di economia, perché se no le imprese continuano a chiudere».

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