Mercoledì 24 Aprile 2024

Terremoto, Grandi Rischi: "Non è finita. In pericolo anche le grandi dighe"

La riunione della Commissione per fare il punto sulle scosse di terremoto nel Centro Italia.

Castelluccio di Norcia (Ansa)

Castelluccio di Norcia (Ansa)

Roma, 21 gennaio 2017 - Potrebbe non essere finita, è quanto ritiene la commissione Grandi Rischi, che si è riunita oggi per fare il punto della situazione dopo le scosse di terremoto che hanno nuovamente colpito il Centro Italia. "Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica (unica dal 24 agosto scorso) sia in esaurimento". 

La Commissione ha identificato tre aree vicine alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e, si legge in una nota, "hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7)". Questi segmenti - localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L'Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 - "rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti".  

Sempre la Commissione Grandi Rischi in intesa con il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio avverte: i terremoti che dal 24 agosto scorso si sono succeduti nell'Appennino centrale hanno prodotto "importanti episodi di fagliazione superficiale che ripropongono il problema della sicurezza delle infrastrutture critiche, quali le grandi dighe"

Un'unica sequenza sismica, che non dà segni di esaurirsi, che ha colpito su una lunghezza complessiva di oltre 70 km ed ha avuto sino ad ora quattro momenti principali di rilascio sismico: il 24 agosto, con l'evento di M6 di Amatrice; il 26 ottobre, con due eventi principali di M5.4 e M5.9 che hanno esteso la sismicità verso nord; il 30 ottobre, con l'evento di M6.5 che ha ribattuto la zona a cavallo degli eventi precedenti; il 18 gennaio, con 4 eventi ravvicinati di magnitudo da 5.0 a 5.5, su una lunghezza di circa 10 km nella parte meridionale della sequenza, nell'area di Montereale, che si ricongiungono alla sismicità aquilana del 2009.