Lunedì 22 Aprile 2024

Terremoto, l’ingegnere-detective sul web. "Muri scadenti e troppo carico"

La ‘perizia’ dalle foto. "Cemento armato su pietrame: alto rischio"

Il post dell'ingegnere bolognese, autore della perizia "social"

Il post dell'ingegnere bolognese, autore della perizia "social"

Roma, 29 agosto 2016 - «Nelle foto degli edifici crollati ad Amatrice e Accumoli noto un dettaglio che si ripete in modo inquietante: il cordolo di cemento armato, come rinforzo della parte superiore, e la muratura vecchia, riempita di sabbia, realizzata con materiale povero risalente a un secolo fa. Ecco, questa tecnica è molto pericolosa in una zona sismica come quella». Gherardo Gotti, ingegnere bolognese di 32 anni che ha vissuto sulla propria pelle il sisma del 2012 a Pieve di Cento, attraverso Facebook ha realizzato una ‘perizia’ – grazie alle immagini disponibili della devastazione – che subito è diventata virale sul web. Negli scatti evidenzia con frecce e legende cosa non ha funzionato e perché: il problema principale è sempre lo stesso, tipologie costruttive (muratura portante in roccia locale) e interventi successivi (cemento armato) non adatti ai rischi sismici.

Come è possibile che in quelle zone siano stati realizzati edifici apparentemente senza logica ingegneristica?

«Per dare risposte certe occorre fare studi e indagini, io mi baso solo sulle foto. Ma è evidente che la muratura vecchia è poco resistente in generale. Perché hanno fatto questa scelta non lo so, ma a livello sismico usare cemento armato pesante e una massa rigida in sommità è dannoso. Il sisma colpisce dove c’è più peso, dunque in alto in questo caso, e il pietrame non si deforma (come dovrebbe durante un terremoto, ndr ) se c’è un rinforzo rigido».

Un errore in fase di progettazione?

«Non penso che un tecnico abbia fatto un lavoro del genere sapendo i rischi che ci sono, il problema emerge quando c’è un terremoto. La normativa probabilmente non diceva nulla a riguardo di queste tipologie costruttive quando si è edificato. Il cordolo in cemento si può usare, dipende da caso a caso. A posteriori è un errore, ma non me la sento di dare colpe».

Dunque un problema di materiali scadenti o restauri abusivi?

«Per rinforzare una casa, operazione non obbligatoria, i costi di un privato sono elevati e molti lavori vengono fatti abusivamente, perché la gente vuole risparmiare. Ma è previsto un incentivo statale del 65% per i restauri antisismici e in pochi lo sanno. Occorre sensibilizzare i cittadini».

I palazzi sbriciolati ricordano in modo sinistro quelli dell’Aquila.

«Il cemento armato ricorda l’Aquila, ma è un problema di leggi. C’è un buco normativo se l’ultima direttiva è del 2008, adesso i legislatori devono stringere la cinghia. Nelle Università si studia il cordolo di cemento e nella prossima legge probabilmente il suo uso verrà limitato. Servono norme più specifiche».

E vietare il pietrame nelle zone sismiche?

«Ma come si fa in un territorio come Italia? È impossibile, si deve lavorare per rinforzarlo. Esistono tecniche solidissime, noi italiani come creatività non abbiamo nulla da invidiare ai giapponesi. Forse solo la cultura antisismica».

Capitolo scuola e Hotel Roma di Amatrice.

«L’istituto scolastico è fatto di pietrame e cemento armato, con due murature piene di sabbia: scelta molto pericolosa. L’Hotel Roma è vecchio e non era prevista la sismica».

Gli italiani che vivono in una casa con queste caratteristiche in zone a rischio terremoti devono preoccuparsi?

«Io consiglio di chiamare un tecnico per farla controllare, in qualsiasi zona d’Italia».