Terremoto Amatrice, 5 indagati per il crollo delle case Ater

Il pm: "Quelle case sarebbero crollate con qualsiasi sisma". Le accuse: disastro e omicidio colposi e lesioni

Amatrice dopo il terremoto

Amatrice dopo il terremoto

Roma, 18 luglio 2017 - La procura di Rieti ha indagato cinque persone per il crollo delle case popolari dell'Ater - che provocò con 18 morti - nel terremoto che nell'agosto dello scorso anno colpì Amatrice. Ne ha dato notizia il Tg1 in esclusiva. Si tratta dei primi indagati per il sisma: sono responsabili della ditta di costruzioni e dell'Ater di Rieti. "Per come erano state realizzate sarebbero crollate con qualsiasi sisma", ha detto il pm di Rieti Rocco Maruotti.

Le case popolari risalivano agli anni anni '70 e in esse si é verificato secondo il Tg1 il maggior numero di morti del sisma nella cittadina reatina. Disastro e omicidio colposi e lesioni le accuse per i cinque indagati nell'inchiesta, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Saieva e svolta anche dal pm Rocco.

I motivi del crollo? "Tutti i pilastri risultavano molto sottili, con spessore prevalente pari a 20 cm, e la loro armatura era esigua", scrivono i pm nell'atto che dispone la conclusione delle indagini preliminari. E ancora: calcoli strutturali errati, lavori svolti con imperizia, pilastri sottili e con "armatura esigua". Poi "calcestruzzo utilizzato per la realizzazione delle strutture con classe di resistenza bassa", "armature longitudinali delle travi, in particolare quelle inferiori, senza piega di estremità prevista in progetto per quelle poche armature di diametro 14 che presentavano la piega di ancoraggio, omissione che comportava il mancato ancoraggio strutturale fra travi e pilastri, e di conseguenza, sotto l'azione sismica, lo sfilamento delle travi stesse dai nodi travi pilastro, con conseguente labilizzazione delle strutture e collasso globale dell'edificio".

GLI INDAGATI -  I 5 indagati sono: Ottaviano Boni, direttore tecnico della Sogeap srl che costruì le palazzine; Luigi Serafini, amministratore unico della stessa società, Franco Aleandri, presidente pro-tempore dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Rieti, Maurizio Scacchi, geometra dipendente del Genio Civile di Rieti, Corrado Tilesi, ex assessore del Comune di Amatrice. Oltre loro  altre 4 persone non sono più perseguibili perché nel frattempo sono morte. Si tratta di due dirigenti del Genio civile all'epoca della costruzione delle palazzine (1971), di un ingegnere e di un architetto che si occuparono anche del collaudo delle opere.

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LE VITTIME - L'avvocato Wania Della Vigna, che rappresenta le famiglie delle vittime delle palazzine ex Iacp di largo Sagnotti, dichiara: "Accolgo positivamente la notizia delle conclusioni delle indagini da parte della procura di Rieti. Nella palazzine ex Ater di Amatrice sono state decimate intere famiglie, tra cui giovani e bambini". "Come hanno osservato i nostri consulenti tecnici - ha proseguito - trattandosi di edifici tra loro simili, vicini e assimilabili anche per epoca costruttiva, materiali utilizzati e conformazione di terreno di fondazione, tutti avrebbero dovuto risentire della scossa tellurica e sarebbero dovuti crollare. Se ciò non è avvenuto - ha spiegato il legale - è ragionevole dubitare che il discrimine tra gli edifici crollati e quelli privati rimasti in piedi non è rappresentato dalla severità del sisma, ma da vizi progettuali e da tecniche costruttive. Infatti è evidente come gli edifici in questione non erano rispettosi dei coefficienti di sicurezza".