Giovedì 25 Aprile 2024

Terremoto, la sismologa: "Ho visto segni premonitori"

La ricercatrice Fedora Quattrocchi: "Falde alterate e animali impazziti. Poi la frattura sul monte Vettore"

Fedora Quattrocchi

Fedora Quattrocchi

Roma, 1 novembre 2016 - «BISOGNA investire anche sulle previsioni a breve termine. Bisogna lavorare sui precursori dei terremoti. Parlo di sorgenti, falde e pozzi, e poi dello studio del comportamento degli animali, che hanno sensori molto sensibili, ad esempio a variazioni di campo magnetico, e spesso riescono pochi minuti o alcune ore o talvolta persino giorni prima dei terremoti, a percepire qualcosa si anomalo. E io l’ho visto anche questa volta sull’Appennino...». Fedora Quattrocchi è una simogeochimica, dirigente di ricerca all’Ingv ma, sottolinea, parla «strettamente a titolo personale». Nel giorno in cui Ingv e Cnr comunicano che i dati satellitari indicano che il suolo si è abbassato fino a 70 centimetri nella piana di Castelluccio, è interessante la testimonianza di una ricercatrice che rivela che, prima delle scosse, attorno ai Sibillini c’erano segnali precursori.

Cosa ha visto sui Sibillini, dottoressa Quattrocchi?

«Da luglio campionavamo sorgenti e gas nei suoli per comprendere meglio faglie e fratture sui fianchi del Monte Vettore.

Dopo qualche settimana dalla scossa di Amatrice del 24 agosto mi sono chiesta: come mai le scosse finiscono nella zona di Monte Porche, bastione tra Monte Vettore e la Valle di Castelsantangelo sul Nera e Preci? E così ho deciso di guardare se ci fossero segnali geochimici. Siamo andati in zona, abbiamo fatto una serie di controlli sulle sorgenti e abbiamo visto che ce ne erano alcune che hanno avuto delle anomalie, ad esempio alla sorgente di Forca di Presta o quella termale di bagni di Triponzo, che si è abbassata di mezzo metro. Perchè, mi sono chiesta, si abbassa di mezzo metro una sorgente così lontana dalla prima scossa? E perchè in un’altra è cambiato il contenuto di idrogeno nell’acqua? Nel frattempo raccolgo dati anche sul comportamento degli animali prima delle scosse della serie sismica in atto, che in letteratura è un altro precursore importante. E anche qui sono emerse cose interessanti».

Tipo?

«Comportamenti decisamente anomali di cani, pecore, cavalli, tartarughe, uccelli, farfalle, anche a distanza di decine di chilometri dalla zona. Così a metà ottobre ho sottoposto ad Annals of Geophisics un lavoro sulle anomalie geochimiche trovate in sorgenti calde e fredde e sul comportamento anomalo di animali, in quel settore. Poi è arrivata la scossa da 6.5. Giusto prima della quale ci sono stati ulteriori episodi di comportamenti anomali di animali o di sorgenti».

Come la qualifica, la sua, come una mezza previsione?

«Nessuna previsione. Sono dei segnali da approfondire scientificamente. Ma se non ci sono le risorse non riusciremo mai a farlo...»

C’è un modo per uscirne?

«Io in Garfagnana, a Bagni di Lucca, ho avviato uno studio con la collaborazione del comune, un progetto di raccolta dati dalla popolazione. Ho trovato grande disponibilità ad inviarmi questionari ogni volta che viene osservato un precursore. Questo cambia le cose. Ma bisognerebbe allargare la scala. Perchè se dieci segnalazioni hanno un basso livello di attendibilità, se sono cento o mille il discorso cambia. Se io avessi un questionario online su tutta Italia potrei fare uno studio scientifico che potrebbe dare indicazioni in più alla Protezione Civile».

Ma la snobbano.

«L’Ingv negli anni 90, con Funiciello e Boschi, era all’avanguardia nella sismogeochimica, poi la sismogeochimica è passata di moda. Ora si fanno solo previsioni a medio lungo termine. Ed è un peccato. Rinunciamo aprioristicamente a una arma che è potenzialmente potente».