Terremoto, l'esperto: "L'area del cratere si allarga verso Sud"

Il sismologo dell'Ingv parla di sisma record. "Dobbiamo abituarci a vivere con la paura"

Il campanile di Amatrice prima e dopo il terremoto del 18 gennaio (Ansa)

Il campanile di Amatrice prima e dopo il terremoto del 18 gennaio (Ansa)

Roma, 19 gennaio 2017 - Dottor Marzocchi, quella di ieri è stata una serie di terremoti mai vista per come si è succeduta? Un fenomeno nuovo nella storia recente italiana? «Ogni sequenza è diversa dall’altra – spiega il sismologo dell’Ingv, Warner Marzocchi –, altrimenti se fossero tutte uguali potremmo prevedere ogni terremoto. È capitato spesso che si succedessero scosse di magnitudo 5. Spesso in pochi secondi si susseguono scosse devastanti, ma per i sistemi di misurazione sembrano la stessa vibrazione. Non siamo di fronte a un fatto anomalo, ma sicuramente colpisce per l’intensità».

Cosa sta succedendo sotto il suolo del Centro Italia? «Un cluster sismico, ovvero una serie di terremoti ravvicinati nel tempo e nello spazio. Il momento peggiore è subito dopo che c’è stata una forte scossa. La sequenza del 24 agosto scorso non è mai finita. Il meccanismo distensivo che provoca il terremoto è come se la costa Adriatica e quella Tirrenica venissero tirate da entrambi i lati. Così si crea una perturbazione che facilita altri terremoti».

Quarantacinquemila scosse di fila erano mai state registrate? «Così tante no, ma probabilmente perché in passato non c’erano strumenti talmente efficaci come quelli odierni. La media del numero di scosse va a scemare, a meno che non torni un nuovo forte terremoto in grado di prolungare la scia nel tempo».

Cosa devono aspettarsi le popolazioni delle zone colpite? «Sappiamo che domani (oggi, ndr) ci saranno altri terremoti in quelle zone, ma non possiamo prevederne la magnitudo. Il 99 per cento sarà inferiori a 5, ma l’uno per cento potrebbe essere anche superiore».

Verso che zona dell’Italia si sta allargando l’area della sequenza? Ci sono popolazioni più a rischio? «L’area d’interesse si sta espandendo verso Sud, essendo partita da Amatrice. Oggi (ieri, ndr) la zona coinvolta dalle scosse è stata di dodici chilometri di larghezza per sei chilometri di lunghezza».

È possibile che un’area sismica nel tempo perda la sua pericolosità? «Sì, ma per diventare non sismica serve un lasso di tempo immenso, a noi non interesserà. È molto più facile che un sisma avvenga dove non ce lo aspettiamo, piuttosto che non avvenga dove ce lo aspettiamo».

Dobbiamo abituarci a vivere nella paura, dunque? «Sì, dobbiamo abituarci».

A giugno arriverà la nuova mappa della pericolosità sismica in Italia, con dati e aggiornamenti rispetto a quella attualmente in uso, elaborata nel 2004. Lei che l’ha coordinata assieme a Carlo Meletti, può rivelarci se ci saranno nuove zone sismiche sul territorio italiano? «Sicuramente ci saranno novità, ma non su dove avverranno i terremoti, le zone rimarranno sostanzialmente invariate come criticità. Le differenze saranno sui modelli di scuotimento dei terreni, un movimento generato dal terremoto. Questi modelli servono per studiare meglio, da parte degli ingegneri, le pratiche anti sismiche».