Giovedì 18 Aprile 2024

Scuola, Tar annulla bocciatura. "Il padre non sapeva dei brutti voti"

Gorizia, figlio di genitori separati dev’essere promosso in terza media

Una classe a lezione

Una classe a lezione

Roma, 19 ottobre 2017 - Gli insegnanti hanno sempre ragione. Ma anche studenti e genitori hanno concreti diritti. In caso di conflitto, ecco il Tar, che in Friuli Venezia Giulia ha bacchettato l’Istituto comprensivo Gorizia 1 con una sentenza innovativa: torto ai docenti severi, ragione all’alunno bocciato, ma solo in quanto figlio di genitori separati e asimmetricamente informati sull’insufficiente rendimento scolastico.

I giudici amministrativi, accogliendo il ricorso del padre – titolare di affidamento congiunto – hanno annullato il provvedimento di non ammissione del ragazzo alla terza media, ritenendo «omissivo» il comportamento dell’istituto, responsabile di aver inizialmente segnalato alla sola madre che il figlio non brillava per impegno e anzi, per la verità, mostrava limitata attenzione alle materie di studio e si distingueva per reiterate assenze.

L’Istituto Gorizia 1 ha motivato la bocciatura così: «La situazione dell’alunno è peggiorata nel corso dell’anno poiché ha manifestato poco impegno, scarso interesse e atteggiamenti poco collaborativi. Nonostante gli interventi degli insegnanti mirati a recuperare la situazione, lui non si è dimostrato disponibile a concretizzare positivamente e con risultati adeguati, aggravando la sua posizione con ripetute assenze». Un percorso scolastico accidentato. Già bocciato in prima media a Gorizia, il ragazzo ripeteva in una nuova scuola a Trieste (dove vivono i nonni). Promosso, rientrava nel vecchio istituto per la seconda classe. Qui immediatamente rispuntavano i problemi. Adeguatamente comunicati però alla sola madre, nonostante la delicata situazione fosse nota.   Per il collegio la scuola ha illegittimamente ristretto i margini di azione del padre e pesato sulla sua possibilità di adottare gli opportuni interventi così come prospettato in una mail inviata al corpo docente già nello scorso dicembre. Secondo i giudici amministrativi, la volontà del padre di tutelare il ragazzo e di seguirlo al meglio – confermata da «importanti capacità di recupero» emerse nel precedente anno scolastico triestino – è risultata irrimediabilmente lesa. Di più: il Tar ha argomentato che «i rimedi» al problema, ove «tempestivamente attivati», avrebbero potuto dare «buoni frutti», superando le dinamiche connesse al complesso mènage caratterizzato da marcata conflittualità coniugale. Di conseguenza è stato imposto all’Istituto di riammettere il ragazzo in terza. Una sorpresa, visto che il giovane aveva iniziato l’anno scolastico in seconda, in un diverso istituto di Gorizia. La sentenza è già stata notificata all’Istituto Gorizia 1 e per conoscenza all’Avvocatura dello Stato. 

«A questo punto – spiega l’avvocato ricorrente Alessandro Tudor –, se la scuola non dovesse eseguire la sentenza, presenterei un altro ricorso al Tar per la nomina di un commissario ad acta per l’esecuzione della sentenza e l’iscrizione del ragazzo» nella classe di competenza. Improbabile che la faccenda finisca al Consiglio di Stato, vista l’inosservanza di una precisa circolare ministeriale che impone alla scuola di comunicare con entrambi i genitori affidatari.   Secondo l'avvocato Tudor, questa è la prima volta – dopo un timido precedente in Puglia – che un Tribunale amministrativo regionale afferma con questa nettezza la tutela di uno studente figlio di genitori separati, ribadendo l’obbligo a carico della scuola di assicurare ogni informazione utile sul percorso scolastico nel pieno rispetto della «bigenitorialità».