Street art, il bacio Salvini-Di Maio. "E' satira, non politica"

Intervista al writer Tvboy. L'autore del murale a Roma rifiuta etichette: non lascio messaggi. "La censura mi fa sorridere: cancellano un'opera e il giorno dopo eccono un'altra"

Murales con il bacio tra Salvini e Di Maio (Dire)

Murales con il bacio tra Salvini e Di Maio (Dire)

Barcellona, 23 aprile 2018 -  Il suo bacio fa l’effetto di uno choc. Proprio come nella canzone di Adriano Celentano. Certo, niente a che vedere con quella foto del 1979 di Regis Bossu, quando fraternamente congiunsero le loro labbra Erich Honecker e Leonida Breznev. Dieci anni dopo, grazie a Dmitri Vrubel sarebbe diventato quel bacio, pur nella sua essenza fotografica, un’opera di street art a imperitura memoria. Il muro che ha scelto Tvboy per un bacio decisamente più prosaico, quello tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, è strategico. La sua opera è comparsa a due passi dal Parlamento nel giorno in cui Camera e Senato aprivano le porte ai neoeletti. Neanche il tempo di accorgersi di quel bacio che già era stato rimosso.

Rimozione lampo per il bacio Di Maio-Salvini e il murales della Meloni

Dura la vita da writer? «Mettiamo in conto – dice Tvboy, all’anagrafe Salvatore Benintende, 38 anni, palermitano d’origine, milanese d’adozione, ora vive a Barcellona – che le nostre opere possano essere cancellate. E a dire il vero con quel bacio tra Di Maio e Salvini la situazione mi è perfino sfuggita di mano. Non pensavo avesse un’eco del genere. Merito anche della censura». Una censura istantanea? «Mi fa sorridere che il problema di Roma fosse in quel momento il mio murale e non a pochi centimetri le affissioni abusive e i segni senza significato artistico tracciati sui muri per imbrattarli».  Come le è venuto in mente? «Pur vivendo in Spagna l’aria che tirava in Italia era abbastanza nota prima del voto. E quel lavoro lo stavo già pensando da un po’. Un bacio tra populisti». Significato politico? «Io non faccio politica e non mi interessa lasciare messaggi. Piuttosto mi piace provocare». Diciamo che c’è riuscito bene. «Mi ha fatto piacere che la Meloni, a esempio, abbia messo su Instagram l’opera che le avevo dedicato». Il writer ha un cuore tenero? «Il writer è un artista e come ogni artista non può prescindere dalla società in cui vive». Il bacio però, in forma provocatoria, è materia artistica piuttosto arata. Basti pensare all’iconico kiss tra Honecker e Breznev. L’ha influenzata? «Mi hanno influenzato di più i baci di Oliviero Toscani per le campagne della Benetton, quelli sì che erano provocatori». 

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La street art è l’unica forma d’arte che può ancora canalizzare una protesta, un dissenso? «Per me la street art è anche satira. Anzi, è come la satira. Provoco per creare dibattito. Certo poi si rischia di fare sempre i soliti discorsi sull’influenza americana». Si riferisce a Basquiat e Haring? «Si tende sempre ad associare il moderno graffitismo alla New York degli anni ’80 e alle opere di Basquiat e Haring. Ma la street art cominciò col Sessantotto, col maggio francese. Si utilizzarono allora i muri per gli slogan».  Di fatto lei è uno dei pochi writer, perdoni il termine abusato, che ci mette la faccia. Perché non nasconde la sua identità? «Perché mi interessa appunto il messaggio, più che creare un alone di mistero su di me. Sanno chi sono e io so che faccio. E proprio per questo, sapendo di giocare sul crinale tra ciò che è legale e ciò che invece viene considerato illegale, mi sono affidato a uno studio di avvocati. Sono loro che mi difendono quando arrivano le multe. Ma resto libero di fare la mia arte. E di provocare, senza nascondermi».  La street art rischia di diventare un grande affare. Blu ha cancellato le sue opere per evitare che pezzi di muro finissero in galleria. D’accordo? «Non entro nel merito della sua scelta, ma immagino quanto possa essere stata dolorosa. Di certo è in corso una speculazione paurosa. Anche Banksy fa fatica a difendersi». C’è chi vada a caccia delle opere di Banksy per rivenderle sul mercato nero. «C’è di peggio: chi prova a far seguire Banksy per vedere dove fa la sua opera e poi manda gli operai a staccare i pezzi di muro che poi finiscono, rivenduti, in case private. Assurdo». Lei come opera? «Le mie azioni sono fatte in team. Quando faccio l’opera sul posto, ho bisogno di almeno due pali che controllino che la zona sia libera e di un videomaker o fotografo che riprenda tutto in diretta». A un mese dal bacio Di Maio-Salvini, come si sente: felice o censurato? O entrambi? «Solo felice. Censurato no, perché qualche giorno dopo è comparsa un’altra opera di street art ispirata a ‘I bari’ di Caravaggio firmata da Sirante. Che è come dire: potete cancellare l’opera ma tanto il giorno dopo ne riappare un’altra. Questa è la felicità da writer».