Giovedì 25 Aprile 2024

Stefano Cucchi, pm: omicidio preterintenzionale per 3 carabinieri

Chiusa l'inchiesta bis sul giovane morto 8 anni fa dopo essere finito in manette per droga. La sorella: "bisogna fidarsi della giustizia"

Ilaria Cucchi con l'immagine del fratello Stefano (Ansa)

Ilaria Cucchi con l'immagine del fratello Stefano (Ansa)

Roma, 17 gennaio 2017 - Omicidio preterintenzionale. E' l'accusa che la procura di Roma contesta a tre dei carabinieri che arrestarono Stefano Cucchi,  geometra romano di 32 anni deceduto il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Pertini, sei giorni dopo essere stato arrestato per droga. La procura chiude così la cosiddetta inchiesta-bis (aperta nel novembre del 2014): i militari sono ritenuti responsabili del pestaggio del giovane. Per altri due carabinieri sono ipotizzati i reati di calunnia e di falso.

"SCHIAFFI, PUGNI E CALCI" - L'accusa di omicidio preterintenzionale è contestata ad Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco, carabinieri in servizio, all'epoca dei fatti, presso il Comando Stazione di Roma Appia, che procedettero all'arresto di Stefano Cucchi in flagranza di reato per detenzione di droga. Tedesco è accusato anche di falso. Il procuratore della repubblica Giuseppe Pignatone ed il sostituto Giovanni Musarò nell'avviso di chiusura indagine scrivono che Cucchi fu colpito dai tre carabinieri che lo avevano arrestato con "schiaffi, pugni e calci". Le botte, per l'accusa, provocarono "una rovinosa caduta con impatto al suolo in regione sacrale" che "unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura Cucchi presso la struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini, ne determinavano la morte". A Roberto Mandolini, comandante Interinale della stessa stazione di Roma Appia sono attribuiti i reati di calunnia e falso. Accusa di calunnia anche per lo stesso Tedesco, e per Vincenzo Nicolardi, anch'egli militare dell'Arma.

"MORTO PER IL PESTAGGIIO" - La morte del giovane secondo i pm, sarebbe avvenuta a causa del pestaggio. "Le lesioni procurate a Stefano Cucchi, il quale fra le altre cose, durante la degenza presso l'ospedale Sandro Pertini subiva un notevole calo ponderale anche perché non si alimentava correttamente a causa e in ragione del trauma subìto, ne cagionavano la morte", si legge nel provvedimento. "In particolare - continuano i pm - la frattura scomposta" della vertebra "s4 e la conseguente lesione delle radici posteriori del nervo sacrale determinavano l'insorgenza di una vescica neurogenica, atonica, con conseguente difficoltà nell'urinare, con successiva abnorme acuta distensione vescicale per l'elevata ritenzione urinaria non correttamente drenata dal catetere". Una quadro clinico che "accentuava la bradicardia giunzionale con conseguente aritmia mortale".

LA DIFESA - Respinge le accuse Eugenio Pini, legale di uno dei tre carabinieri. Che commenta: "La Procura ha esercitato una sua prerogativa e ha formulato il capo di imputazione che ritiene sussistente. Noi riteniamo, di contro, che tale contestazione non potrà essere provata nel giudizio in quanto gli elementi di fatto su cui fonda non sono riscontrabili in atti e, tanto meno, nella perizia disposta dal Gip con incidente probatorio".

ILARIA CUCCHI: "FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA" - E' stata invece ritenuta infondata l'ipotesi della morte per epilessia, così come era emersa nel corso dell'ultima perizia disposta dal giudice in sede di incidente probatorio. "Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia", ha commentato la sorella del giovane, Ilaria Cucchi, sul suo profilo Facebook. Ilaria poi aggiunge una foto che la ritrae con l'avvocato Fabio Anselmo che l'ha sostenuta e scrive: "ma devo dire grazie soprattutto a questa persona".