Giovedì 18 Aprile 2024

Caso Cucchi, i periti: "Morte improvvisa per epilessia"

Secondo i periti, nominati dal gip nell'inchiesta bis, non ci sarebbe nessun nesso tra le lesioni e la morte. La replica di Ilaria Cucchi: "Cercano di scrivere la sentenza. Avremo un processo per omicidio"

Stefano Cucchi (Ansa)

Stefano Cucchi (Ansa)

Roma, 4 ottobre 2016 - Non c'è nessun nesso tra lesioni subite da Stefano Cucchi nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009 e la sua morte. E' questa l'ipotesi "dotata di maggiore forza e attendibilità" adottata dai periti incaricati dal gip di Roma dell'esame tecnico-scientifico per accertare la natura, l'entità e l'effettiva portata delle lesioni patite da Cucchi, il geometra romano morto il 22 ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga. Un'ipotesi rispedita al mittente da Ilaria Cucchi che da anni conduce una battaglia personale chiedendo verità sul decesso del fratello. "La causa di morte da noi sempre sostenuta in questi anni - commenta Ilaria in un post su Facebook - sono le fratture e il globo vescicale".

LA PERIZIA - "Fu una morte improvvisa ed inaspettata per epilessia in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci anti-epilettici", hanno sentenziato i periti. I nuovi accertamenti sono stati effettuati nell'ambito dell'incidente probatorio (atto che assume valore di prova in caso di processo) disposto alla luce dell'inchiesta bis avviata dalla Procura di Roma che ha indagato cinque carabinieri, tre per lesioni personali aggravate e abuso d'autorità e due per falsa testimonianza. "Le lesioni riportate da Stefano Cucchi dopo il 15 ottobre 2009 non possono essere considerate correlabili causalmente o concausalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l'evento morte", hanno sottolineato i quattro esperti tecnici nominati dal giudice.

Ma anche se i periti indicano l'epilessia come possibile causa prevalente per la morte di Cucchi, sottolineanto anche "di poter concludere che allo stato attuale non è possibile formulare alcuna causa di morte, stante la riscontrata carenza documentale". "Tutte le cause prospettate in atti non trovano, a nostro avviso, pieno soddisfacimento per poter giustificare la morte del sig. Stefano Cucchi", hanno poi aggiunto i periti. Il prossimo 18 ottobre ci sarà l'udienza dell'incidente probatorio davanti al gip, nel corso della quale periti e consulenti si confronteranno in aula.

ILARIA CUCCHI - Le fratture e il globo vescicale "sono la causa di morte (di Stefano Cucchi, ndr) da noi sempre sostenuta in questi anni, che a differenza dell'epilessia ha elementi oggettivi e riscontrati dagli stessi periti", scrive Ilaria Cucchi in un post su Facebook. La sorella di Stefano si dice fiduciosa che "avremo un processo per omicidio".

"Il perito Introna tenta di scrivere la sentenza finale del processo - continua - Riconosce 'bontà sua' la frattura di L3 (vertebra sacrale, ndr) da noi per sette anni sostenuta e riconosciuta dai Pm, poi alza una cortina di fumo dicendo che è impossibile determinare con certezza una causa di morte di Stefano. Il collegio peritale poi si avventura a formulare due ipotesi di morte. La prima, per epilessia, che se in un primo momento viene ritenuta forse più probabile, nelle conclusioni la definisce 'priva di riscontri oggettivi'. La seconda, dopo aver riconosciuto tutte le evidenze cliniche da sempre dai nostri medici legali evidenziate, riconosce il ruolo del globo vescicale come causa di morte in conseguenza delle fratture. A pagina 195 descrive compiutamente che 'un'intensa stimolazione vagale produce brachicardia giunzionale', che ovviamente è conseguenza delle fratture, e poi della morte". 

"Il perito Introna - scrive ancora la Cucchi, postando uno schema della perizia - dice in buona sostanza che coloro che lo hanno violentemente pestato rompendogli la schiena in più punti non sono responsabili della sua morte per il fatto che il terribile globo vescicale che ha fermato il suo cuore non si sarebbe formato se non ci fosse stata la responsabilità degli infermieri".

Poi conclude: "Gli unici dati oggettivi scientifici che la perizia riconosce sono: il riconoscimento della duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore - scrive Cucchi - Con una perizia così ora sappiamo che finalmente abbiamo ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale. Con buona pace dei medici e degli infermieri che vengono continuamente assolti".