Giovedì 18 Aprile 2024

Spelacchio, cosa è vero e cosa è falso sull'albero di Natale di Roma

Le notizie errate sull'albero di Natale più famoso e discusso del 2017

L'albero di Natale a piazza Venezia, ribattezzato Spelacchio (Ansa)

L'albero di Natale a piazza Venezia, ribattezzato Spelacchio (Ansa)

Roma, 19 dicembre 2017 - E' una storia con tante sfaccettature quella di Spelacchio, l'ormai noto albero di Natale di Roma vestito a festa in piazza Venezia e ormai decaduto, morto, stecchito, sotto i colpi dei rami secchi. Una storia che fa sorridere per l'ironia che si spreca sul web, ma anche un po' intristire per essere diventato il simbolo decadente del Natale. Fa infine arrabbiare se si pensa ai soldi (quasi 50mila euro) buttati per comprare un albero che non ha resistito nemmeno fino al 25 dicembre. Ma occorre fare un po' di chiarezza per capire chi è davvero Spelacchio e smentire cosa è stato detto di falso sull'albero più discusso del 2017, soprattutto perché si tratta di un tema delicato quale quello della sostenibilità e della cura degli alberi. Un grande albero si è seccato e, sarcasmo a parte, dispiace un po'.

1. "Spelacchio è un larice e quindi perde le foglie d'inverno" FALSO

Spelacchio è un abete rosso (Picea abies), specie alpina sempreverde, i cui aghi non cadono durante i mesi più freddi.

2. "Ha sofferto perché dopo essere stato estirpato aveva radici sottili" FALSO

Gli abeti di queste dimensioni vengono sempre tagliati, non sarebbe possibile estirparli e ripiantarli perché servirebbe un vaso troppo grande.

3. "E' costato quasi 50mila euro" VERO

Esattamente 48.677,08, è scritto in una determina del Comune di Roma del 16 novembre 2017. Lo scorso anno si pagò circa un terzo.

4. "Tagliare gli alberi non è sostenibile, sarebbe stato meglio un albero 'finto'" FALSO

Gli alberi 'finti' sono erroneamente considerati più ecologici, perché derivano dal petrolio e devono poi essere smaltiti come rifiuti speciali. Inoltre, il taglio di questo tipo di alberi viene sempre eseguito in modo responsabile. La pianta viene scelta tra quelle mature, quelle in sovrannumero e seguendo dei piani di gestione del bosco o della foresta a cui appartiene, in questo caso quello della Magnifica Comunità della Val di Fiemme (in Trentino). Come sottolineato dall'associazione italiana che certifica la gestione sostenibile delle foreste, la PEFC Italia, secondo uno studio di Coldiretti i cinque milioni di alberi finti che vengono in media acquistati ogni anno emettono gli stessi gas di sei milioni di chilometri percorsi in macchina.

5. "E' stato il trasporto a rovinare Spelacchio" POTREBBE ESSERE VERO

Quando è partito dalla Val di Fiemme l'abete era bellissimo. Tra le cause della repentina secchezza un trasporto forse incauto, oltre allo stress per la siccità che da 12 mesi ha colpito tutta l'Italia con piovosità ridotta al 50% (gli aghi di piante in queste condizioni cadono più rapidamente dopo il taglio).

"Siamo ormai troppo abituati a vedere perfezione nei negozi e sui social network - dichiara Antonio Brunori, segretario generale del PEFC Italia -, da non renderci conto che la natura è spesso imperfetta e che va protetta e difesa, dalla cura nel trasporto di un abete alla lotta ai cambiamenti climatici".