Martedì 16 Aprile 2024

La 'ndrangheta non fa più pizze. E l'ex covo del boss va in malora

Lecco vuole rilanciare il locale confiscato. Ma i lavori sono al palo Invia le tue segnalazioni a [email protected]

Sottoinchiesta

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LECCO, 31 AGOSTO 2014 - MAFIA, pizza e mandolino. In quei locali il boss Franco Coco Trovato riciclava denaro sporco, pianificava e gestiva traffici illeciti, droga soprattutto, incontrava i suoi picciotti, all’occorrenza ordinava agguati, spedizioni punitive e persino omicidi. La pizzeria Wall Street di via Belfiore, in centro a Lecco, era il simbolo del capo della ‘ndrangheta lombarda, del suo carisma e dei suoi contatti con gli uomini di potere, perché ai tavoli del ristorante sedevano i personaggi di quelli che contano.  Ma la notte del 3 settembre 1992, un mercoledì, è divenuto anche l’emblema della sua sconfitta. Il padrino aveva 45 anni, gli investigatori inviati dal procuratore milanese Armando Spataro gli erano ormai addosso: gli davano la caccia serrata da tre giorni consecutivi e alla fine, proprio nella roccaforte che pareva inespugnabile, riuscirono a catturarlo.

QUEI LOCALI, capitale di un impero che non c’è più, dovrebbero tornare a essere una pizzeria, ma della legalità. Vertici dell’amministrazione comunale, del Pirellone, dell’Aler e dell’associazione ‘Libera’ hanno sottoscritto a giugno un protocollo per restituire il bene confiscato ai cittadini, e destinarlo quindi a uso sociale. Il taglio del nastro inaugurale dovrebbe avvenire nel maggio prossimo, in concomitanza di Expo 2015. I lavori tuttavia non sono cominciati: rispetto alla tabella di marcia delle procedure concordate è già stato accumulato un ritardo di almeno un paio di mesi. Deve inoltre essere ancora pubblicato il bando, per stabilire a chi assegnare successivamente la gestione dell’attività.

È DAL 1996, data del sequestro definitivo dello stabile, inizialmente non si sa perché nemmeno inserito tra i beni confiscati, che si discute di come utilizzarlo. Inizialmente dall’amministrazione municipale era stato proposto un progetto sociale per disabili, nel 2002 l’idea di allestire la nuova centrale operativa dei vigili del fuoco, nel 2009 il passaggio di consegna ai vertici della prefettura, in cambio di un altro esercizio commerciale confiscato, ‘Il Giglio’, più un appartamento, gravati però da ipoteche. 

QUELLO che sarebbe dovuto diventare il segno del riscatto dal crimine è così rimasto a lungo un archivio per scartoffie. Nei mesi scorsi infine la firma del nuovo piano, già disatteso. Intanto il forno a legna, il bancone, i marmi bianchi, l’enorme acquario all’ingresso, gli arredi kitsch, i vini pregiati d’annata che caratterizzavano il covo della mala non esistono più: sgretolati dall’incuria, dal trascorrere del tempo, dai furti. Occorre ricomperare tutto. Wall Street: mafia, antimafia, pizza e il suono del mandolino dell’inefficienza italica. Anche nel profondo Nord.

di Daniele De Salvo