Mercoledì 24 Aprile 2024

Scuola, restano vuote 15mila cattedre. Corsa contro il tempo

Pochi professori idonei per matematica, mancano docenti di sostegno

Studenti in una foto d'archivio

Studenti in una foto d'archivio

Roma, 31 agosto 2017 - Mancano due settimane all’inizio della scuola e tra cattedre vacanti, soprattutto per matematica e sostegno, e supplenze da assegnare è partito un vero e proprio conto alla rovescia. Che la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli intendere vincere consentendo l’inizio regolare, il 15 settembre, dell’anno scolastico. Ovvero con tutti gli insegnanti in classe, sia quelli di ruolo «che i supplenti necessari». Si parla di 85mila supplenze annuali che però difficilmente – secondo alcuni sindacati – saranno assegnate entro la prima campanella. Il Miur ha attivato un «monitoraggio» sul completamento di queste operazioni per l’anno 2017/2018 e intorno al 6-7 settembre si farà il punto della situazione: fino a oggi si è lavorato alle assegnazioni provvisorie e poi si passerà alle supplenze. «Degli iniziali 52mila posti ci sono ancora 15 mila cattedre dell’organico di diritto da coprire e gli uffici scolastici stanno lavorando a questo – spiega Pino Turi, segretario della Uil scuola –, ma rispetto all’anno scorso siamo avanti di un mese. Abbiamo una situazione più tranquilla e non è un caso che il sindacato abbia collaborato, dal contratto sulla mobilità al passaggio dall’ambito alla scuola: se c’è una relazione più aperta con il Ministero, funziona meglio il sistema».   Sul fronte delle cattedre vuote c’è, in particolare, l’emergenza, che si trascina da qualche anno, degli insegnanti di matematica: alle medie si è creato un ‘buco’ di quasi 4mila cattedre rimaste vacanti dopo i trasferimenti. Un problema che si fa sentire soprattutto al Nord, dove la sola Lombardia supera le mille cattedre senza insegnanti di ruolo e nemmeno le immissioni dei vincitori del concorso 2016 saranno sufficienti a colmare il vuoto. Le graduatorie a esaurimento per la classe di matematica e scienze alla secondaria di primo grado sono già a secco da tempo. Per supplire alla carenza di docenti di matematica il concorso aveva messo in palio 4.056 posti, ma avevano presentato domanda soltanto 4.529 candidati per un rapporto di probabilità di vincita quasi completo. Ma, come ha ricordato la rivista Tuttoscuola, in Lombardia per matematica e scienze i promossi sono stati solo 372 per 915 posti, in Piemonte 234 per 552 posti, in Toscana e in Sardegna 39 su, rispettivamente, 197 e 99 posti. Il problema c’è da anni ed è noto al Miur: i laureati in matematica sono pochi e ancor meno sono quelli di loro che vogliono insegnare e insieme a questo, come ha sottolineato la ministra Fedeli, c’è stato «uno svilimento del valore della docenza». Inoltre, soprattutto al Nord, questi laureati trovano altri sbocchi rispetto all’insegnamento.   Altra questione delicata è quella del sostegno. Secondo l’Anief solo a Milano «mancano 1.400 docenti di sostegno, quasi tutti alla primaria e alle medie» e, per il sindacato, «la maggior parte dei posti saranno affidati a docenti senza specializzazione». Sempre in Lombardia «in materie fondamentali come la matematica – ha spiegato l’assessore regionale all’Istruzione Valentina Aprea – se si vorranno garantire le lezioni ci sarà bisogno di un ricorso massiccio alle supplenze».   A Mantova sono assenti tra i 250 e i 300 docenti, appartenenti in prevalenza a matematica, italiano e sostegno. In Veneto scarseggiano i professori di Matematica e Scienze alle medie. Ovvero «ci sarebbero – spiega Marcello Pacifico presidente Anief – ma sono quelli che hanno superato le prove suppletive del concorso a cattedra e ancora attendono di essere collocati in graduatoria».  Anche in Liguria le cattedre di sostegno scoperte si aggirano sulle 603 su una richiesta di 1.320 e in Sicilia ci sono quasi 5mila posti in deroga che andranno in larghissima parte ai precari. In Sicilia le cattedre di sostegno sono oltre 16 mila ma quasi un terzo andrà a supplenza fino al 30 giugno 2018 e secondo i sindacati mille alunni disabili rischiano di non avere il numero di ore di sostegno a cui hanno diritto.