Mercoledì 24 Aprile 2024

Sarah Scazzi, dal delitto alla sentenza di Cassazione

Le tappe del caso Avetrana: la scomparsa della 15enne, il ritrovamento del cadavere, la confessione di 'zio' Michele, le bugie di Sabrina Misseri e Cosima, le condanne

Il caso Avetrana: sotto Sarah Scazzi, sopra la famiglia Misseri (Ansa)

Il caso Avetrana: sotto Sarah Scazzi, sopra la famiglia Misseri (Ansa)

Roma, 21 febbraio 2017 - Con la sentenza di oggi la Cassazione mette la parola fine al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi. Un verdetto che arriva sei anni e sei mesi dopo il ritrovamento del cadavere della 15enne di Avetrana e che conferma quanto stabilito in primo e secondo grado Sarbina Misseri e Cosima Misseri vengono condannate all'ergastolo per omicidio, otto anni allo zio Michele Misseri per soppressione di cadavere. La vicenda ha gli ingredienti di un noir familiare: la ragazzina "acqua e sapone" che scompare, una cugina meno bella e gelosa (Sabrina), lo zio "buono" (Michele) che si autoaccusa per coprire la figlia, una zia prima silenziosa e poi dominatrice (Cosima). Tutto infarcito di inganni, accuse reciproche, complicità inconfessabili. E amplificato dai media. Fino alle sentenze di primo e secondo grado che condannano all'ergastolo Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano: sono loro ad aver strangolato e ammazzato la giovane e innocente Sarah.

LA SCOMPARSA - Sarah Scazzi, 15enne di Avetrana (Taranto) iscritta al secondo anno dell'Alberghiero, sparisce il 26 agosto 2010. Quel giorno era uscita di casa per raggiungere l'abitazione di Sabrina, distante poche centinaia di metri. Con la cugina e un'amica sarebbe dovute andare al mare. Ma da quel momento di lei si perdono le tracce. E' la madre, sorella di Cosima Serrano, a denunciare la scomparsa. 

IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE - Dopo oltre un mese di ricerche (si ipotizzano anche la fuga volontaria e il sequestro), il 29 settembre spunta fuori il cellulare di Sarah, semibruciato. A ritrovarlo è Michele Misseri, che tutti conoscono come un padre e uno zio premuroso, legato alla nipote che considerava, con la moglie, alla stregua di una figlia. Ma il suo racconto non convince gli inquirenti. Misseri crolla alla fine di un lungo interrogatorio il 6 ottobre e confessa il delitto: è stato lui - spiega -  a uccidere la nipote e a gettarla in un pozzo., dove effettivamente viene recuperato il corpo di Sarah. La versione del contadino cambia però dopo pochi giorni quando l'uomo punta il dito contro la figlia Sabrina. 

LE PRIME DUE CONDANNE - 'Zio Michele' torna più volte ad autoaccusarsi, ma per gli inquirenti l'uomo sta solo tentando di proteggere la figlia e la moglie. Sabrina finisce nel carcere di Taranto il 15 ottobre, la madre la raggiungerà nel maggio del 2011, dopo che emergeranno più chiaramente anche le sue responsabilità. Sia la Corte d'Assise di Taranto (il 20 aprile 2013)  che la Corte d'appello (il 27 luglio del 2015) condannano all'ergastolo (per omicidio volontario e concorso in omicidio volontario) le due donne.

Nel corso dei mesi madre e figlia si sono sempre dichiarate innocenti: lo hanno fatto anche utilizzando in modo spregiudicato i massa media (celebri i loro blitz in noti programmi tv, con tanto di sms inviati ai giornalisti per dare la loro versione). Il tutto per nascondere, hanno sostenuto i giudici di primo e secondo grado, una verità agghiacciante. Lo stretto rapporto tra Sarah e Sabrina, cugine inseparabili, si era fatto via via più conflittuale. La più piccola, Sarah, era più carina, e Sabrina vedeva in lei una pericolosa rivale per possibili fidanzamenti. La gelosia, un litigio, e l'atroce complicità di mamma Cosima, che la tiene mentre Sabrina impazzita di rabbia la strangola. E' poi zio Michele a caricare il corpo e gettarlo nella cisterna: Misseri viene condannato a 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove. 

LA CASSAZIONE - La Cassazione ha esaminato sei ricorsi presentati contro la sentenza d'appello, emessa il 27 luglio del 2015. Oltre a quelli presentati dalle difese di Cosima Serrano, di Sabrina e Michele Misseri, anche quelli di Carmine Misseri, fratello di Michele, condannato in secondo grado a 5 anni e 11 mesi per concorso in soppressione di cadavere, di Vito Russo junior, ex legale di Sabrina Misseri, e di Giuseppe Nigro (condannati entrambi a un anno e 4 mesi per favoreggiamento personale). Il verdetto conferma quanto stabilito in primo grado per Sabrina Misseri, Cosima Serrano e Michele Misseri. Alle due donna viene tolta solo l'aggravante di concorso in soppressione di cadavere e ridotto il periodo di isolamento diurno stabilito in appello. Ridotta la pena per Carmine Misseri di un anno a 4 anni e 11 mesi. Confermate in via definitiva, infine, le condanne per favoreggiamento personale nei confronti di Vito Russo junior, ex legale di Sabrina Misseri e di Giuseppe Nigro, ai quali in appello erano stati inflitti un anno e 4 mesi di reclusione.