Giovedì 18 Aprile 2024

Sappada è in Friuli. Addio al Veneto col voto della Camera

Lo storico passaggio a quasi 10 anni dal referendum del 2008. E' la prima volta che un comune passa da una regione a statuto ordinario a una a statuto speciale

Festeggiamenti a Sappada per il passaggio al Friuli Venezia Giulia (Ansa)

Festeggiamenti a Sappada per il passaggio al Friuli Venezia Giulia (Ansa)

Belluno, 22 novembre 2017 - Da ieri sera Sappada non è più in provincia di Belluno. Ha lasciato il Veneto per diventare un Comune del Friuli Venezia Giulia e diventa così il primo municipio italiano a staccarsi da una Regione a statuto ordinario per approdare a una a statuto speciale.

Finora era successo solo a un gruppo di 7 Comuni della Valmarecchia (legge votata nel luglio 2009) passare da una Regione a un'altra (ovvero dalle Marche all'Emilia Romagna), ma era un 'cambio' alla pari, visto che entrambe le Regioni sono a statuto ordinario. Sappada ha dovuto aspettare quasi 10 anni dal referendum del 2008, e un pò di melina-politica nelle ultime settimane, che ha fatto slittare il voto. Ieri  è arrivato il 'sì' definitivo dell'aula della Camera, che ha approvato la proposta di legge con 257 voti a favore, 20 contrari e 74 astenuti (i deputati di Fi, Direzione Italia e Mdp).

Nel 2008 il piccolo comune montano votato allo sci aveva celebrato con una valanga di 'sì' la consultazione popolare pro-Friuli. Il paese è - o meglio era - un'isola linguistica friulana in territorio bellunese, dove tutto fa riferimento al Friuli, dal dialetto ai riferimenti scolastici, lavorativi, sanitari. C'è però - e pesa parecchio - anche l'aspetto economico: nel turismo - vero motore di Sappada - è difficile reggere la concorrenza della vicinissima Regione a statuto speciale.

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Il rush finale a Montecitorio si è celebrato dopo che il Consiglio regionale Veneto, sostenuto dai deputati veneti del Pd, aveva tentato lo 'sgambetto' finale mandando una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini per sollevare un vizio di forma; la mancanza del parere formale dell'assemblea (che aveva votato solo una mozione), previsto dall'art. 132 della Costituzione. Rilievo respinto dal relatore, e presidente della Commissione Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti, secondo cui la procedura era stata perfettamente rispettata, e andava considerato valido il voto di una mozione espresso dal Consiglio veneto nel 2012. L'Aula ha respinto un'ultima questione sospensiva, presentata da Domenico Menorello (Ci), e si è passati al voto, che ha dato ragione a Sappada-friulana. Esito criticato da Forza Italia, che con Renato Brunetta e Paolo Sisto ha evidenziato "la brutta pagina di storia democratica del Paese di cui si è reso protagonista il Parlamento italiano".

Spaccati, anche su Sappada, gli esponenti dem, a seconda della regione di riferimento: i deputati veneti Simonetta Rubinato e Roger De Menech contrari al distacco (non la senatrice trevigiana Laura Puppato); i friulani Laura Fasiolo, Giorgio Zanin e l'europarlamentare Isabella de Monte a favore, felici di ricevere il nuovo Comune.

Su fronti ovviamente opposti anche i due governatori, Debora Serracchiani, e Luca Zaia. Per la presidente Pd del Friuli "il voto della Camera è un atto di giustizia reso alla comunità di Sappada. Confido che da qui in avanti il clima sarà molto più sereno e saranno archiviate polemiche e contrapposizioni". Per Zaia "Roma continua a banalizzare, pensando che la cura, che sarebbe l'autonomia, si possa sostituire con amputazioni ad hoc".  Per il governatore leghista lo Stato dovrebbe invece riconoscere "che quella veneta è una questione cruciale".

E mentre a Sappada iniziavano i caroselli di auto per brindare al successo, il sindaco Manuel Piller Hoffer cercava di mantenere il sangue freddo: "Se siamo contenti di diventare più ricchi? Calma, vediamo. Il Friuli Venezia Giulia è una cosa, l'autonomia del Trentino Alto Adige è un'altra".