Giovedì 18 Aprile 2024

Scovato il tesoro della regina rom: castelli, milioni e 400 auto

Torino, il clan della Halilovic ha beneficiato anche di sussidi pubblici

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Nella vita della Halilovic si contano migliaia di pseudonomi utilizzati per gabbare le forze dell’ordine, finti matrimoni per ottenere la cittadinanza e persino un impiego da bidella pagato con un progetto per l’integrazione sovvenzionato dall’Unione europea. Nella cultura matriarcale dei korakhanè – nomadi di fede musulmana – la regina è davvero una sovrana per il clan. E così si è sempre comportata la Halilovic. Il suo nucleo familiare, implicato in decine di inchieste per i reati più disparati, vantava una disponibilità di 4 milioni di euro.

L’INCHIESTA nasce da una relazione dell’Europol, arrivata in Italia due anni fa. In diversi conti bancari in Croazia la polizia di Zagabria blocca qualcosa come 5 milioni e 375mila euro. I soldi sono riconducibili a 22 persone, quasi tutte del clan Halilovic, che ufficialmente sono nullatenenti e alle spalle hanno un elenco di precedenti giudiziari o di polizia. La maggior parte degli indagati risiedono in Italia, nei campi nomadi tra Torino, Genova, Asti, Massa Carrara, Chivasso. Molti di loro hanno ricevuto dalle istituzioni sussidi e alloggi popolari.

Il tribunale di Zagabria mette tutto sequestro e spedisce l’incartamento ai magistrati di Torino visto che è nel capoluogo del Piemonte che risiede la maggioranza degli indagati. Per le autorità croate come minimo c’è puzza di evasione fiscale, ma non escludono nemmeno che il denaro ‘congelato’ sia il risultato di un’attività di riciclaggio. Da qui la richiesta di aiuto ai colleghi italiani.

PROPRIO in questi giorni la procura di Torino ha ottenuto un maxi sequestro preventivo a carico dei 22 rom. Tutti imparentati i personaggi coinvolti nell’inchiesta. A Raselma Halilovic, 66 anni, volto noto del campo nomadi di Torino con precedenti per falso e frode, e a Bronzo Halilovic sono intestati un milione di euro a testa. Bisera Halilovic, 51 anni, (243mila euro) e Angela Halilovic (392mila euro) avevano ricevuto, invece, sussidi dal Comune di Torino. La regina Halilovic – Amela Seferovic il suo ultimo psedudonimo – poco prima dell’intervento della magistratura aveva provato a ritirare 220mila euro alla Société Générale Splitska Banka (la filiale della banca a Spalato). In precedenza era già riuscita a esportare all’estero 330mila euro.