Venerdì 19 Aprile 2024

Ragusa, appiccavano incendi per essere pagati. Indagati 15 pompieri volontari

Simulavano interventi con segnalazioni inesistenti e davano alle fiamme terreni e cassonetti

La indagini della Polizia di Ragusa (Ansa)

La indagini della Polizia di Ragusa (Ansa)

Ragusa, 7 agosto 2017 - Appiccavano incendi per simulare richieste di soccorso ed essere pagati. E' accaduto a Ragusa, dove quindici volontari dei vigili del fuoco sono stati accusati e indagati per truffa ai danni dello Stato. I poliziotti della squadra mobile ragusana hanno arrestato il capo del gruppo, un 42enne che, durante il turno come volontario, si assentava, con la complicità dei colleghi, per andare con il suo furgoncino ad appiccare incendi e poi uscire con l'autobotte a spegnere le fiamme e percepire così le indennità. I quindici pompieri ausiliari, del distaccamento di Santa Croce Camerina, guadagnavano circa 10 euro per ogni ora di volontariato in caso di emergenza. Le indagini sono iniziate grazie alla segnalazione del comando provinciale dei vigili del fuoco di Ragusa, che aveva notato delle anomalie sul numero di interventi effettuati da una squadra rispetto alle altre. 

"Loro sanno tutto, sanno che abbiamo dato fuoco". Così commentavano i quindici volontari che, condotti negli uffici della polizia di Ragusa, sono stati intercettati in alcuni colloqui tra di loro, in una chiara ammissione delle circostanze di cui erano incolpati e scambiandosi reciproche accuse, relative al periodo 2013/2015. Quasi tutti gli indagati - lavoratori di Vittoria, Santa Croce, Ragusa e Modica, spesso non assunti regolarmente - hanno ammesso le proprie responsabilità durante gli interrogatori e sono stati allontanati dal distaccamento. Il capo gruppo è stato sottoposto agli arresti domiciliari perché "ha continuato a reiterare il reato". Addirittura, sostiene la polizia di Stato, "in una occasione, ha asserito di voler fare scoppiare una bomba pur di prendere le indennità spettanti".

LA TRUFFA - Nel distaccamento dei vigili del fuoco di Santa Croce Camerina prestavano servizio, suddivisi in quattro turni, decine di volontari tra cui i quindici indagati, tutti nella stessa squadra. Anche se volontari, gli uomini del distaccamento percepiscono indennità ma solo quando effettuano gli interventi. Diversamente, se restano presso la caserma, non hanno diritto ad alcun rimborso. La prima anomalia riscontrata che ha permesso l'avvio delle indagini era da individuare nel numero degli interventi effettuati dal turno "D". Rispetto agli altri volontari, gli indagati operavano tre volte di più. A dispetto di 40 interventi di una squadra, loro ne effettuavano 120, creando malumore tra alcuni colleghi e volontà di aggregarsi in altri, così da ottenere più denaro. 

LE MODALITA' - Il modus operandi dei truffatori è stato appurato dalla Squadra Mobile in collaborazione con i vigili del fuoco, che attraverso le indagini sono riusciti a risalire alle tre modalità con cui operava il gruppo dei criminali del turno 'D'. La prima era quella di simulare degli interventi con segnalazioni inesistenti alla centrale operativa del 115. La seconda prevedeva una richiesta di "aiuto" a parenti e amici per ottenere segnalazioni inesistenti e ottenere così le indennità previste per gli interventi. La terza - la più grave - era quella di appiccare incendi dolosi a terreni e cassonetti della spazzatura. 

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