Previsioni meteo, nuova settimana di sole. E' già allarme siccità al Nord

Speranze per l'ultima decade di marzo, quando potrebbero tornare le piogge. Intanto clima da fine aprile: oltre i 20 gradi in molte città. Il Po è a livello di agosto 2016. Preoccupano anche i laghi

Previsioni meteo, ancora bel tempo. Nella foto il fiume Po in secca (Ansa)

Previsioni meteo, ancora bel tempo. Nella foto il fiume Po in secca (Ansa)

Roma, 13 marzo 2017 - Interessanti, sotto molti aspetti, le previsioni meteo per la seconda parte del mese di marzo. Anzitutto bel tempo e sole ancora per diversi giorni. Ma spunta l'ipotesi di importanti piogge nella terza decade del mese, che aiuterebbe a contrastare il deficit idrico che attanaglia il Nord Italia. Ma i dubbi sono ancora tanti e già si parla di siccità.

Ma andiamo per gradi. La presenza di una area di bassa pressione sulla Spagna - spiega Meteo.it - sta richiamando venti più umidi di scirocco verso le nostre isole maggiori, con un aumento della nuvolosità, ma poche e isolate piogge in Sicilia. Nel frattempo dai Balcani continuerà ad affluire aria più fredda che manterrà le temperature vicine alle medie stagionali o leggermente al di sotto lungo l'Adriatico. Tra martedì e mercoledì un nuovo rinforzo dell'alta pressione garantirà giornate soleggiate in tutto il Paese, con un graduale e sensibile rialzo delle temperature dapprima al Centro Nord e poi venerdì anche al Sud. Da mercoledì i valori si riporteranno quindi al di sopra della norma, in modo più sensibile nelle regioni centro settentrionali dove il clima sarà quello tipico di fine aprile-inizio maggio.

"Prestare attenzione sull'arco alpino"

Questa situazione meteo si traduce anche in pericolo valanghe su tutto l'arco alpino: oggi rischio di grado 3 (marcato) su diversi settori, in particolare sulle zone dolomitiche centrali e di confine, sulle Alpi lombarde, su quelle Graie, Lepontine e Pennine di confine. Secondo il bollettino Aineva, l'andamento termico favorirà i processi di assestamento e consolidamento del manto nevoso. Sui versanti soleggiati si formeranno delle croste superficiali. In quota il problema principale sarà sempre rappresentato dai numerosi lastroni presenti, i quali, poggiando su orizzonti deboli persistenti, potranno essere staccati con debole sovraccarico. Saranno possibili scaricamenti e distacchi di valanghe spontanee generalmente di piccole dimensioni.

Tornando al 'caldo', il clou è previsto per mercoledì: nel pomeriggio si toccheranno 21°C a Firenze, 19°C a Genova, Grosseto, Viterbo, Novara, 18°C a Milano, Torino, Piacenza, Catania e Sassari, 17°C a Roma.

"Potrebbe tornare la pioggia dopo il 20 marzo, ma..."

Lo scenario potrebbe però cambiare dopo il 20 marzo, quando - spiega ilmeteo.it - è "probabile" che un'azione fredda "vada penetrando più a Ovest, magari verso le regioni settentrionali e in parte centrali, in misura minore al Sud dove basse pressioni più occidentali potrebbero richiamare aria più mite". Lo scenario comunque, anche secondo 3bmeteo, resta incerto. "Le correnti Nord Atlantiche - scrivono gli esperti sul sito - proveranno nuovamente a forzare l'alta pressione, vincendo molto probabilmente sull'Europa centrale". Ma, per quanto riguarda l'Italia "il braccio di ferro sarà invece più duro". Al momento, comunque, va ribadito, è possibile fare solo ipotesi. La più probabile "vede adriatiche e Sud lambite dalla coda delle perturbazioni" mentre dovrebbe restare "tendenzialmente più asciutto" altrove. Il Nord Ovest rischia una lunga fase secca. E questa non è una buona notizia. 

E' già allarme infatti al Nord Italia. Il fiume Po è in secca con lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ad agosto ed inferiore di due metri rispetto allo stesso periodo del 2016, per effetto di un andamento climatico del tutto anomaloa dove anche a febbraio è caduto l'8% di pioggia in meno e le temperature minime sono state superiori di ben 3 gradi rispetto alla media secondo l'Ucea. Secondo il monitoraggio della Coldiretti sul più grande fiume italiano a Pontelagoscuro, il livello idrometrico è di -4,9 metri, lo stesso di agosto 2016. In un inverno caldo e asciutto la sala operativa della Protezione civile della Lombardia ha addirittura emesso un avviso di criticità per rischio incendi boschivi poiché su alcune zone prealpine e sull'appennino si prevedono infatti condizioni particolarmente favorevoli all'innesco e alla propagazione. La situazione del più grande fiume italiano - sottolinea la Coldiretti - è in realtà rappresentativa di una situazione di carenza che riguarda tutti i principali bacini idrografici. Una sofferenza determinata dal fatto che - continua la Coldiretti - molto asciutto è stato anche dicembre con il -67% di precipitazioni mentre gennaio è sotto la media (-4,1%).

"Preoccupa anche il livello dei grandi laghi"

Le maggiori preoccupazioni riguardano le regioni del Nord dove la riduzione della pioggia è stata del 78,5% a dicembre e del 56,7% a gennaio. Il risultato è visibile nei principali bacini idrici dove secondo l'ultimo monitoraggio della Coldiretti lo stato di riempimento del lago Maggiore è al 39%, quello del Lago di Iseo al 24% quella del Lago di Como al 14% mentre più positiva la situazione sul Garda con il 78%. La pioggia e le nevicate invernali - spiega la Coldiretti - sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante alla ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti. Siamo di fronte - precisa la Coldiretti - agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti conseguenze sull'agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro. Siccità e bombe d'acqua ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali si alternano lungo l'anno e lungo tutta la Penisola sconvolgendo i normali cicli stagionali.