Droga pink, l'esperto: "Strutture impreparate contro le sostanze 2.0"

L'ex segretario del "Forum droghe": da 9 anni la conferenza sugli stupefacenti non viene convocata Pink, nuova droga killer. "Così lo Stato ha lasciato morire mio marito"

Franco Corleone, ex segretario di "Forum Droghe"

Franco Corleone, ex segretario di "Forum Droghe"

Roma, 21 ottobre 2017 - "Nelle sostanze illegali, specialmente quelle di nuova generazione, non sai quello che c’è dentro. Il quantitativo del principio attivo, la natura del principio stesso, cambia. Per questo serve fare il controllo delle sostanze, il cosiddetto drug testing". Così Franco Corleone, ex parlamentare radicale e verde, antiproibizionista ed ex segretario di Forum Droghe.

Pink, nuova droga killer. "Così lo Stato ha lasciato morire mio marito"

In alcuni Paesi europei il drug testing è consolidato: che esperienze ci sono in Italia?

"Proprio a Torino la cooperativa Alice e il centro antidoping Alessandro Bertinaria hanno dato vita al progetto Baonps, un progetto finanziato con fondi europei e coordinato da Lorenzo Camoletto, nel quale gli operatori andavano nelle situazioni a rischio e senza toccare le pasticche per evitare di incappare nell’accusa di possesso, le analizzavano con un dispositivo laser, dando la possibilità ai ragazzi di sapere cosa ci fosse in quella pastiglia e renderli più consapevoli: in un terzo dei casi la sostanza riscontrata è risultata diversa da quella che i consumatori pensavano di aver acquistato e più della metà di loro ha deciso precauzionalmente di non consumarla. Mi dicono che hanno scoperto anche 10 nuove sostanze, delle quali hanno subito avvisato l’Istituto Superiore di Sanità. Il drug testing è una buona idea perchè evitare conseguenze drammatiche dovute alla non conoscenza di quello che si assume".

Che altro servirebbe per evitare morti inutili, secondo un antiproibizionista come lei?

"Una politica seria sulle droghe. Legalizzazione della cannabis come si è fatto in otto Stati americani, in Uruguay e altrove. E poi regolamentazione seria delle altre sostanze, con poltiche di riduzione del danno, come si fa in Svizzera. E consentire le analisi sulle sostanze".

È vero che non tutti i Sert sono attrezzati per far fronte alle nuove droghe?

"L’Italia è un grande Paese, ed è anche variegato. Ci sono Sert di grande eccellenza, altri meno. Sono strutture che sono nate per rispondere all’emergenza eroina, ma il mondo oggi è cambiato e anche loro dovrebbero tutti cambiare, attrezzarsi. Purtroppo sono 9 anni che non si fa la Conferenza nazionale sulle poltiche delle droghe che per legge dovrebbe essere coinvocata ogni tre anni proprio per dare indicazioni al Parlamento sulle modifiche necessarie alla legislazione. Mentre il mondo cambia, noi restiamo fermi. Il quadro è deprimente e c’è una resposnabilità del governo e delle forze politiche a non voler affrontare questa situazione. Nel frattempo avanza il fai da te, le droghe arrivano via internet e sono droghe sintetichei insidiose, spesso nuove. Ogni tanto qualcosa va male e ci scappa il morto. Morto spesso evitabile".