Martedì 23 Aprile 2024

Palazzina crollata a Roma, l'esperto: servono ispezioni anche alle fondamenta

Parla l'ingegnere-detective dei social che, dopo il sisma del 24 agosto, aveva pubblicato su Facebook le foto degli edifici devastati con la spiegazione di ciò che era accaduto secondo i suoi calcoli

Palazzina crollata a Roma, l'analisi del cedimento su Facebook

Palazzina crollata a Roma, l'analisi del cedimento su Facebook

Bologna, 24 settembre 2016 - "All'epoca della costruzione di palazzine come quella crollata a Roma, siamo negli anni Settanta, le fondamenta venivano realizzate semplicemente con una trave sotto ai muri portanti. Erano fondamenta scarne, ora si parte con una platea, un grande blocco, e poi sopra si costruisce l'edificio". L'ingegnere Gherardo Gotti, bolognese di 32 anni, dopo il sisma nel cuore dell'Italia di un mese fa aveva pubblicato su Facebook le foto degli edifici devastati con la spiegazione di ciò che era accaduto secondo i suoi calcoli. Quell'iniziativa social aveva ottenuto un enorme risalto mediatico. Oggi ha applicato la stessa tecnica comunicativa, analizzando dal computer di casa le immagini della palazzina crollata in via Farnesina nella capitale e dando il proprio parere di esperto sulle cause del cedimento.

Ingegnere Gotti, dopo un mese il consulente della procura di Rieti sostiene le sue stesse tesi per i crolli del terremoto della zona di Amatrice. Tetti pesanti su muratura debole.

"Sono evidenze, spero che il mio gesto serva a sensibilizzare qualcuno facendo in modo che la prossima volta ci siano meno vittime".

Ha inventato un nuovo metodo comunicativo.

"Me l'hanno detto in tanti e mi hanno contattato in migliaia. Sfrutto i social per dire quello che viene spiegato nelle università. Voglio ampliare il bacino d'utenza. I miei prof mi hanno fatto i complimenti, ho colmato una lacuna con chiarezza, semplicità e velocità".

Cosa è successo a Roma?

"Lesioni come quelle della palazzina crollata ce ne sono tantissime nella campagna della Bassa Padana. Il terreno cede e se le fondamenta non sono buone la casa si danneggia. A Roma ci sono tre lesioni, una per piano, significa che i solai di cemento armato, resistenti, erano poggiati su una buona muratura di mattoni squadrati. In sostanza, i mattoni creavano un'efficace tessitura, erano distribuiti bene".

Un'infiltrazione d'acqua può fare crollare un palazzo in quel modo?

"Una volta affrontai un caso in cui le sole radici di un albero, assorbendo l'acqua, avevano destabilizzato il terreno. L'acqua c'è sempre, è un elemento da considerare. In questo caso il problema non è la negligenza costruttiva, ma un cedimento non previsto. Ora bisogna capire se è stata davvero un'infiltrazione e se c'è stato una mancanza di comunicazione tra l'azienda che gestisce l'acqua e i condomini. Ad ogni modo, è successo tutto a livello di fondazioni, un'infiltrazione sopra non può essere la causa del crollo di un palazzo".

Gli esperti sostengono che metà degli 1,8 milioni di immobili romani è stato costruito prima degli anni Settanta e un terzo di questi è in stato di degrado. Che fare?

"A Roma è inutile rinforzare i palazzi se le fondamenta cedono: un problema geotecnico avrebbe fatto danni anche su un edificio nuovo. Bisogna fare una maxi ispezione sotterranea. Occorre sfruttare questa situazione per studiare maggiormente la zona, c'è da stare attenti".

L'abolizione dell'obbligo del fascicolo di fabbricato (i documenti con la storia degli interventi su un palazzo da quando è stato costruito) è stato un errore?

"Il fascicolo è importante, non è stato corretto abolirlo anche se di documenti al giorno d'oggi ce ne sono già molti. Ma in un caso come questo, se il problema è sotto e il fascicolo riguarda il sopra, ci fai poco. Ma è altrettanto chiaro che se su del pietrame scadente metti una copertura in cemento armato, viene qualche dubbio".