Giovedì 18 Aprile 2024

Covid, Italia bloccata e ricoveri gonfiati. Ecco perché serve il modello spagnolo

Isteria tamponi, 2 milioni di italiani in quarantena. Ma il 34% dei pazienti Covid è in ospedale per altre patologie

Grafico: Gli italiani e la pandemia

Grafico: Gli italiani e la pandemia

Roma, 12 gennaio 2022 - Trattare il virus come una "influenza stagionale" e fermare l’impossibile tracciamento e confinamento dei contagiati e dei contatti stretti. Due nuove chiavi di lettura e di azione per una ritrovata "normalità" senza isterie, fondata sulla "convivenza" con il Covid ultima versione, si fanno strada in Europa e, forse, anche in Italia. L’obiettivo è quello di evitare il panico, non fermare la ripresa della vita sociale e economica, impedire la paralisi delle attività e la "prigionia burocratica" di milioni di connazionali. La proposta non arriva da un simpatizzante No Vax e neanche da un sovranista scettico aperturista a ogni costo, ma dal premier spagnolo, il socialista Pedro Sánchez, che ha spiegato come, tenendo conto dello scarto rilevante tra numero di contagi e numero di morti per Covid, ci siano le condizioni per passare da un quadro di "pandemia" a uno di "malattia endemica".

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Un popolo in quarantena

A spingere nella direzione del modello Sánchez sono molteplici fattori. Partiamo dall’impossibilità di ogni tracciamento. Basti pensare che ufficialmente i positivi in Italia sono più di 2 milioni. Ma la cifra rischia di rivelarsi un numero al lotto. "Non è possibile che praticamente nessuno dei 2 milioni di italiani che è risultato infetto dopo il 20 dicembre non sia stato ancora liberato – ha spiegato l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco –. È evidente che è saltato il tracciamento". Il problema è che tra i due milioni vi sono centinaia di migliaia di italiani che sono di fatto "prigionieri" della burocrazia sanitaria: perché non hanno ancora ricevuto il certificato che interrompe la quarantena oppure non hanno avuto il rinnovo del Green Pass da parte del ministero alla Salute.

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Contagiati asintomatici non registrati

In realtà, a fronte di centinaia di migliaia negativi bloccati è del tutto verosimile (e più di uno scienziato lo sostiene) che vi siano milioni di cittadini asintomatici o pauci-sintomatici o con raffreddore o altri sintomi che girano liberamente, ignari di essere positivi. Non a caso Carlo La Vecchia, dell’Università di Milano, stima che il numero reale degli infetti sarebbe triplo rispetto a quello attuale, tra i 4,5 e i 6 milioni di italiani: "Gli italiani contagiati potrebbero essere un decimo del totale". E, d’altra parte, quale tracciamento è mai ipotizzabile quando il direttore di Oms Europa, Hans Kluge, fa sapere che, all’attuale tasso di trasmissione di Omicron, più del cinquanta per cento della popolazione europea avrà contratto la variante nelle prossime 6-8 settimane.

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Bassetti: "Numeri di morti e ricoverati sono falsati"

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A ben vedere, però, non è tanto rilevante, nelle condizioni date, né il tracciamento né il confinamento. Quello che conta è la pressione sugli ospedali, il trend dei ricoveri e delle terapie intensive. Ebbene, la pressione deriva innanzitutto dai No Vax. Come ha sottolineato di nuovo il Ministro della Salute, Roberto Speranza, dati alla mano, i non vaccinati occupano "i due terzi dei posti in terapia intensiva e il 50% dei posti ordinari". Ma se scendiamo più a fondo, si scopre, come indica uno studio del Fiaso (la Federazione delle strutture sanitarie), che il 34% dei pazienti positivi ricoverati non è malato Covid, ma di altre patologie. Uno su tre, dunque, sia pur con infezione accertata al virus Sars-Cov-2, viene ospedalizzato per curare tutt’altro: traumi, infarti, emorragie, scompensi, tumori. E questo vale anche per i decessi. Tant’è che l’infettivologo Matteo Bassetti, insiste: "Sono numeri falsati".

Covid e influenza "sovrapponibili"

A spiegare perché si può parlare, oggi, di sovrapponibilità tra Covid e influenza stagionale è Sergio Abrignani, membro del Cts e immunologo dell’Università di Milano: "Prima della pandemia l’influenza infettava quattro-sei milioni di italiani negli anni fortunati e dieci-dodici milioni in quelli neri, con una letalità dello 0,1%, simile al Covid oggi sugli immunizzati". Dunque, per effetto del vaccino, "c’è una quasi totale sovrapponibilità – sottolinea il professore - tra le vittime di influenza e quelle di Covid vaccinate: anziani già malati che muoiono per complicanze che seguono l’infezione".

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"Basta bollettino di guerra"

Più di uno addetto ai lavori, dunque, è arrivato alle conclusioni di Sánchez. Netto Bassetti: il report serale "non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a farlo". Sulla stessa linea due componenti del Cts. L’infettivologo Donato Greco: "Sarebbe un’ottima idea far diventare settimanale il bollettino". E, come non bastasse, anche più netto è Abrignani: "C’è un’ansia che ci auto-generiamo. In Gran Bretagna hanno deciso di accettare il fatto che, se si infettano duecentomila persone, ne muoiono 200 ma il sistema sanitario non collassa e la vita del Paese procede". Ma, almeno per ora, l’appello trova ascolto solo nel sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: "Il numero dei contagi di per sé non dice nulla".

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