Venerdì 19 Aprile 2024

Omicidio Sarah Scazzi, "Sabrina astuta e fredda pianificatrice"

Le motivazioni della Cassazione, che ha confermato l'ergastolo, senza attenuanti, per la cugina della vittima e la madre di lei

Cosima Serrano e Sabrina Misseri, condannate all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi

Cosima Serrano e Sabrina Misseri, condannate all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi

Roma, 11 ottobre 2017 - A oltre sette anni dall'omicidio di Sarah Scazzi, e a sette mesi dalla sentenza definitiva della Cassazione che condanna all'ergastolo Sabrina Misseri e Cosima Serrano, vengono rese note le motivazioni della sentenza. Quasi duecento pagine per spiegare quel delitto, che tanto impressionò l'opinione pubblica, e anche per precisare perché né Sabrina né la madre meritano sconti di pena o attenuanti. La quindicenne Sarah, ricordiamolo, scomparve da Avetrana il 26 agosto del 2010 e fu ritrovata morta circa un mese dopo.

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NO ATTENUANTI - In particolare, sottolineano i supremi giudici, Sabrina Misseri "rese interviste, strumentalizzando i media, e deviò le investigazioni, ponendosi, in fase immediatamente successiva al delitto, come astuto e freddo motore propulsivo delle stesse in direzione di piste fasulle".  La Corte, analizzando il motivo di ricorso con cui l'imputata chiedeva le fossero concesse le attenuanti generiche, evidenzia come "una serie di dati scrutinati e posti a fondamento della decisione" qualificano "le modalità commissive del delitto ed evidenziano la fredda pianificazione di una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell'impunità".

Anche per Cosima Serrano, la Corte ha ritenuto corretta la mancata concessione delle attenuanti generiche: "si è considerata l'età della Serrano e la possibilità che essa avesse di intervenire per calmare l'aspro contrasto sorto tra le ragazze - si legge nella sentenza - mentre al contrario l'imputata si era resa direttamente protagonista del sequestro della giovane nipote partecipando poi materialmente alla fase commissiva del delitto". A tale condotta, poi, "era seguita una serie di depistaggi e comportamenti tesi a conseguire l'impunità per sé e per la figlia Sabrina", conclude la Cassazione.

IL DELITTO -  Ecco dunque la verità giuridica: a uccidere Sarah Scazzi sono state la zia Cosima Serrano e la cugina Sabrina Misseri. "Il delitto doveva ascriversi a due persone - scrive la Suprema Corte - da identificare nelle imputate" e "l'omicidio era stato consumato mediante strangolamento", attraverso una "struttura nastriforme", quale una "cintura". Sul corpo della vittima, non sono stati rinvenuti "segni di lotta o legati al tentativo di allentamento della cintura stretta al collo, come reazione istintiva al soffocamento che si stava compiendo", scrivono i supremi giudici, ricordando gli esiti di autopsia e perizie, e la "vittima non aveva opposto alcuna resistenza".  Lo strangolamento, dunque, "non poteva essere quindi opera di un unico soggetto - si legge nella sentenza depositata oggi - ma doveva essere avvenuto per effetto del concorso sinergico di due persone, l'una che aveva posto in essere la specifica azione di soffocamento da dietro alla vittima, e l'altra che le aveva inibito ogni tentativo di difendersi e, altresì, ogni chance di fuga". Le "uniche due persone presenti in casa", rileva la Cassazione, erano Sabrina Misseri e Cosima Serrano.

LO ZIO MICHELE - Quanto alle dichiarazioni di Michele Misseri sull'omicidio della nipote Sarah Scazzi, sono state "oscillanti e prive di costanza" e "condizionate dall'obiettivo di coprire e sollevare da responsabilità la figlia" Sabrina. Ecco quindi come la Cassazione affronta la questione delle 'confessioni' dell'imputato, condannato a 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere, che più volte si è autoaccusato dell'omicidio.