Venerdì 19 Aprile 2024

Omicidio di Ravenna, l’amante: Cagnoni era ossessionato. "Giulia si sentiva soffocare"

"La faceva seguire da 4-5 uomini e non voleva che telefonasse"

Matteo Cagnoni con la moglie Giulia Ballestri (Ansa)

Matteo Cagnoni con la moglie Giulia Ballestri (Ansa)

Ravenna, 1 ottobre 2016 - SI ERANO conosciuti da ragazzini ai tempi della scuola. Poi si erano persi di vista. I nuovi contatti erano arrivati anni dopo perché i figli avuti con i rispettivi compagni frequentavano lo stesso istituto. Quella che nell’estate 2015 era nata come amicizia, si era via via trasformata in qualcosa di più profondo. A febbraio la relazione si era intensificata: i due si vedevano praticamente ogni giorno e stavano assieme quasi tutti i venerdì mattina. Tanto che si sarebbero dovuti vedere pure la mattina del 16 settembre scorso, un venerdì appunto.   MA LEI, la 39enne Giulia Ballestri, sarebbe stata trovata un paio di giorni dopo senza vita dalla polizia nella legnaia di una villetta di famiglia da tempo disabitata. Per la Procura di Ravenna uccisa a bastonate in testa dal marito, il 51enne dermatologo Matteo Cagnoni che da una decina di giorni proprio per questo si trova in carcere. «Diceva che il marito la soffocava nel senso che non le lasciava spazio e pretendeva che frequentasse solo le persone che voleva lui», ha raccontato con un filo di voce il nuovo compagno di lei agli inquirenti che lo hanno ascoltato subito dopo l’accaduto. In un lungo verbale ha spiegato che «Giulia utilizzava l’espressione ‘mi fa terra bruciata’». E per quanto riguarda le telefonate «doveva limitarle, e qualora le facesse, il marito voleva essere messo a conoscenza di quello di cui si parlava». Atteggiamenti «assillanti e pressanti» che si erano intensificati quando lei «aveva iniziato a manifestargli l’intenzione di rompere il rapporto coniugale». Cagnoni però «non era d’accordo: le diceva che era una fase depressiva e che sarebbe passata».  «Pensavamo che lui avesse messo delle microspie – ha spiegato l’uomo –. Lei mi ha anche raccontato che il marito le ha riferito di nostre conversazioni che nessuno poteva conoscere: eravamo certi che ci avesse registrato. Lui le aveva detto che in auto aveva messo un registratore e un gps e che lei era seguita da 4-5 uomini».    TRA I due rivali ad agosto c’era stata anche un’accesa lite in strada. E una volta a casa, Cagnoni alla moglie aveva detto che si era trattato «di un atto dovuto nei miei confronti. E che temeva che la gente potesse sapere della nostra storia. Era ossessionato dallo sputtanamento». Il compagno di Giulia non è andato ai funerali privatissimi di lei celebrati lunedì scorso nella basilica ravennate di San Giovanni Evangelista: «Il dolore è talmente grande che non ce la faccio proprio, ma purtroppo è successo quello che è successo», ha spiegato a chi gli chiedeva ragione della scelta. Il suo rammarico è semmai un altro: quello di non avere saputo dare il giusto peso all’ultimo sms ricevuto da Giulia giusto la notte prima dell’omicidio.