Omicidio Ceste, confermata la condanna: 30 anni al marito

La sentenza della Corte d'Appello di Torino, che ha anche sequestrato i beni di Michele Buoninconti. I legali di lui: "Ricorso in Cassazione"

Michele Buoninconti in tribunale e, a destra, Elena Ceste (Ansa)

Michele Buoninconti in tribunale e, a destra, Elena Ceste (Ansa)

Torino, 15 febbraio 2017 - Delitto di Elena Ceste, un'altra condanna: oggi la Corte d'assise d'appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado per Michele Buoninconti, il vigile del fuoco già condannato a 30 anni per l'assassinio della moglie Elena Ceste. "Non avevamo dubbi sulla decisione della Corte - hanno commentato i legali della famiglia Ceste - i genitori sono molto provati, non si può essere contenti per una sentenza che riguarda l'omicidio di una figlia".

Da parte sua il legale del condannato promette battaglia: "Impugneremo la sentenza in Cassazione. Michele Buoninconti è stato colpito negativamente da questa conferma della condanna. Credeva di poter avere giustizia. Comunque non ci arrendiamo, il terzo grado della giustizia sarà attivato e questa sarà la decisione definitiva".  "Michele è sostenuto da una solida fede religiosa, crede ancora nella giustizia ed è davvero convinto che esista un giudice che possa dargli ragione - ha spiegato l'avvocato Giuseppe Marazzita - Non è mai crollato, vorrebbe solo riabbracciare i suoi figli, il pensiero che credano che sia l''assasino della madre, un mostro, lo sta distruggendo".

Sempre gli avvocati della famiglia Ceste rendono noto che nel dispositivo la Corte d'assise d'appello ha  "confermato i risarcimenti stabiliti in primo grado e, con separata ordinanza, disposto il sequestro conservativo del patrimonio di Michele Buoninconti, compresa la quota della casa che Michele aveva ereditato dalla moglie", precisano Abate Zaro e Tabbia, dopo la lettura della sentenza da parte del giudice Fabrizio Pasi.