Venerdì 19 Aprile 2024

Papa Francesco nomina diciassette nuovi cardinali

Il Pontefice creerà il 19 novembre, alla vigilia della chiusura del giubileo della misericordia, 17 nuovi porporati che rappresentano tutti i cinque continenti, quattordici nazioni, sette delle quali per la prima volta avranno un loro cardinale

Papa Francesco (Olycom)

Papa Francesco (Olycom)

Bologna, 9 ottobre 2016 - "LA REALTÀ si capisce meglio, si vede meglio dalle periferie che dal centro". Non esiste frase più cara a papa Francesco per decifrare la sua scelta dei diciassette nuovi cardinali, tredici gli elettori. Il vescovo di Roma ‘preso dalla fine del mondo’ anche per questo suo terzo concistoro ordinario (la data è quella del 19 novembre) snobba il meccanismo delle ‘sedi tradizionalmente’ cardinalizie come Venezia e Torino che restano così ancora a bocca asciutta. Per anni Bergoglio ha predicato il Vangelo da Buenos Aires, dalle periferie e oggi da Papa a queste si affida per annunciare la misericordia e spingere la Chiesa in uscita, verso gli ultimi, i lontani, da buon gesuita. La sua è una Chiesa pienamente «universale» che deve riflettersi anche e soprattutto nella composizione del collegio cardinalizio, oltre ogni tensione romanocentrica o eurocentrica.   Ecco così che i nuovi diciassette porporati rappresentano tutti i cinque continenti, quattordici nazioni, sette delle quali per la prima volta avranno un loro cardinale. Tra queste la tormentata Repubblica centrafricana che a novembre Francesco scelse come capitale del Giubileo straordinario della misericordia. Là al suo fianco aveva monsignor Dieudonne Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, da oggi fresco cardinale. Il Papa nobilita le zone più remote e dimenticate come "l'amata e martoriata Siria" per la quale tre anni fa promosse in San Pietro una straordinaria veglia di preghiera e una giornata di digiuno per la pace. Si spiega così la scelta di conferire la berretta rossa al nunzio apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari, che in questi anni non ha mai abbandonato il paese nonostante le bombe. Anche l’88enne albanese don Ernest Simoni non è mai scappato. Il regime comunista arrivò a condannarlo a morte per ben due volte. Sopravvisse da prete clandestino. Scherzi del destino, ora un Papa, tacciato a torto di marxismo, lo riscatta.