Mercoledì 24 Aprile 2024

Niscemi, a luglio si torna a scuola. Il preside: dovete recuperare i giorni persi

Termosifoni ko e lezioni saltate d'inverno. Rientro forzato per recuperare 60 ore. L'ira delle famiglie

Una scenna della fiction 'La classe degli asini'

Una scenna della fiction 'La classe degli asini'

Niscemi (Caltanissetta), 26 giugno 2017 - Tra dicembre e febbraio erano rimasti spesso fuori dai cancelli della loro scuola, l’Istituto di istruzione superiore ‘Leonardo da Vinci’ di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, che ospita i licei scientifico, classico, linguistico e scienze umane, l’istituto commerciale e l’agrario professionale. Motivo: i riscaldamenti erano in tilt e in classe si gelava. Il preside aveva tentato di risolvere il problema accorciando le lezioni da 50 a 30 minuti e invitando gli studenti a coprirsi con cappotti e sciarpe.    Ora però scatta la ‘resa dei conti’, almeno quella che riguarda i giorni effettivi di lezione che sono 230: tolte le vacanze di Natale e Pasqua, santo patrono e festività varie, in classe bisogna starci per almeno 200 giorni. Per questo motivo il preside prevede un ‘tempo supplementare’: terrà la scuola aperta dal 17 al 22 luglio per completare il numero di ore di presenza obbligatoria dell’anno scolastico 2016-2017 (ne mancano almeno 60). Milleduecento studenti dovranno così ripresentarsi in istituto e lo stesso dovranno fare i 120 prof. L’ordinanza sul rientro forzato è stata emessa dal preside, Fernando Cannizzo, d’intesa con il consiglio d’istituto e con quello dei docenti, dopo il ricorso di due professori che hanno ottenuto l’invio di ispettori scolastici i quali hanno giudicato che il taglio a mezz’ora configurasse una violazione della circolare ministeriale che prevede, in caso di forza maggiore, solo una decurtazione di 10 minuti.    «Da un mio calcolo approssimativo, i 120 docenti del Leonardo Da Vinci dovrebbero restituire alla scuola circa 500 euro ciascuno, mentre gli studenti dovrebbero garantire altre 60 ore di presenza per colmare il vuoto creato all’orario curriculare», dice il professore Vincenzo Traina, uno dei due insegnanti che hanno presentato ricorso. Traina lamenta talune presunte irregolarità. «Io e il collega Gaetano Giarracca – spiega – abbiamo impugnato la immediata esecutività, mai votata, di una delibera del consiglio d’istituto. Per questo – aggiunge – abbiamo chiesto di verificare se esisteva un danno erariale per la scuola, nel qual caso dovrebbe pagare chi ha sbagliato». Traina – che insegna matematica al liceo classico e svolge la funzione di Rsu, eletto come indipendente nella lista Cgil – annuncia «il ricorso contro l’ordinanza con cui il preside Cannizzo ordina illegittimamente il rientro degli insegnanti, senza che sia mai stato deliberato da parte del collegio dei docenti un apposito piano di recupero-ore».   La notiza della frequenza supplementare e dello scontro tra alcuni docenti e il preside coglie di sorpresa centinaia di famiglie che già stavano per partire in vacanza mentre alcuni ragazzi avevano già fissato stage all’estero per le lingue proprio nei giorni del rientro forzato. «Sessanta ore in una settimana – commentano alcuni genitori – significa tenere in classe i nostri figli almeno dieci ore al giorno. Un’assurdità». Per questo motivo decine di ricorsi sono stati annunciati da familiari dei 1200 studenti i quali temono che i risultati degli attuali scrutini possano ritenersi ‘sub judice’, mentre il pasticcio potrebbe allargarsi anche agli studenti che stanno sostenendo l’esame di maturità in questi giorni.   Il ritorno tra i banchi, dopo la fine dell’anno scolastico, è un incubo ricorrente. Il regista Paolo Genovese ne fece un plot per il suo film ‘Immaturi’ quando stagionati ex liceali furono costretti a ripetere la prova di maturità perché un membro della commissione di esame non aveva i requisiti di legge.