Mafia, voto di scambio a Niscemi. Nove in manette, anche l'ex sindaco

La squadra mobile avrebbe accertato un patto politico-mafioso nel 2012 riguardo l'amministrazione comunale nell'importante comune della provincia di Caltanissetta

I boss di Gela e Niscemi filmati dalla polizia

I boss di Gela e Niscemi filmati dalla polizia

Caltanissetta, 29 giugno 2017 - Fin dalle prime ore dell'alba la Polizia di Stato di Caltanissetta ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare per i reati di associazione mafiosa e scambio di voti emesse dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della locale DDA. 

Le indagini della squadra mobile avrebbero accertato un patto politico-mafioso siglato nel 2012, che avrebbe inquinato l'amministrazione comunale per cinque anni a Niscemi. Gli effetti di questo accordo, evidenziano gli investigatori, avrebbe potuto prolungare i suoi effetti anche oggi nell'importante comune della provincia di Caltanissetta.

A stringere accordi sugli scambi elettorali e affaristici ci sarebbero stati il boss di Niscemi Giancarlo Giugno, già in carcere per altri reati, e l'ex sindaco Francesco La Rosa. Entrambi arrestati dalla polizia. La Rosa si era candidato anche in questa tornata elettorale, ma è stato sconfitto al ballottaggio di domenica scorsa. 

In manette anche il capomafia di Gela, Alessandro Barberi, anche lui già recluso in carcere, un ex consigliere della lista di La Rosa e due esponenti del suo entourage. Dalle indagini è emerso che i clan di 'Cosa nostra' di Niscemi e di Gela si incontravano in aperta campagna per discutere proprio degli accordi con i politici locali.

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Il capo della Squadra mobile Marzia Giustolisi, intervistato dall'Agi, spiega: "Il patto è stato sottoscritto in vista delle elezioni del 2012 e ha certamente condizionato l'amministrazione in questi anni. Su questo si è focalizzata la nostra inchiesta. Da una parte i boss di Niscemi e Gela, dall'altro La Rosa e altri amministratori e suoi collaboratori".