Martedì 23 Aprile 2024

Nigeriano ucciso a Fermo, ultrà resta in cella. "Braccialetti elettronici finiti"

Giudici favorevoli ai domiciliari: Mancini doveva uscire un mese fa

Nigeriano morto a Fermo, nella foto l'indagato Amedeo Mancini (foto Zeppilli)

Nigeriano morto a Fermo, nella foto l'indagato Amedeo Mancini (foto Zeppilli)

Fermo, 10 settembre 2016 - Amedeo Mancini doveva essere scarcerato, ma resta ancora in cella perché non si trovano i braccialetti elettronici. Dunque, il 39enne fermano, accusato della morte di Emmanuel Chidi Namdi, il profugo nigeriano deceduto a seguito di una rissa, si sarebbe fatto un mese in più di carcere solo per una carenza dello Stato.

E' quanto emerso dalle motivazioni dei due provvedimenti del tribunale di Ancona, che avevano negato la libertà a Mancini. Lo hanno rivelato i difensori del 39enne, gli avvocati Francesco De Minicis e Savino Piattoni: «Ci sono state notificate nei giorni scorsi le motivazioni dei due provvedimenti del tribunale di Ancona, quello del 5 e quello del 30 agosto. Abbiamo appreso che sin da subito il tribunale aveva ritenuto Mancini meritevole degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, ma non si era riusciti a trovare un solo braccialetto disponibile». De Minicis e Piattoni spiegano che un nuovo tentativo in quella direzione è stato ripetuto dal tribunale il 30 agosto, ma purtroppo anche questa volta con esito negativo: "Ora abbiamo rivolto una nuova istanza al giudice di Fermo, perché riesca a procurare uno di questi apparecchi e mettere in pratica la valutazione del tribunale del riesame".

I due legali aggiungono un altro particolare sulla dinamica della vicenda. "Il tribunale di Ancona dà per pacifico che Mancini sia stato aggredito fisicamente con le mani e con il segnale stradale, ma gli rimprovera di non essere scappato. Noi restiamo convinti che Amedeo si sia solo legittimamente difeso. Le motivazioni, comunque, tolgono definitivamente di mezzo le odiose bugie che circolavano i primi giorni".

Sulla vicenda del braccialetto elettronico interviene anche il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri: "La carenza è un problema che vogliamo risolvere al più presto. Anche in virtù della nuova legge approvata dal Governo stiamo incrementando le forme alternative di custodia. Attualmente, ne sono utilizzati duemila, tutti quelli che avevamo. È in corso una nuova gara del ministero degli Interni per ottenerne un numero molto più alto, circa diecimila. L’utilizzo improprio del carcere preventivo inizia a essere fortunatamente alle nostre spalle".

Favorevole da sempre al braccialetto elettronico anche il senatore del Pd, Luigi Manconi: "La ricostruzione dei fatti va verificata e, nello specifico, non sono in grado di stabilire un ruolo attivo, violento o offensivo di Mancini. Fatta questa premessa, devo dire che sono favorevole al braccialetto elettronico, anche se quest’uomo risultasse responsabile di determinati reati. Quella delle mancata disponibilità, è davvero paradossale. Purtroppo, in Italia c’è un numero ridicolo di braccialetti elettronici che non permette a tutti di usufruire di questa misura cautelare che ritengo ragionevole".