Multe, è boom: +81% in dieci anni. Ma gli italiani non le pagano

Secondo uno studio della Cgia di Mestre, è aumentato il numero delle contravvenzioni elevate dai vigili urbani per infrazione del codice della strada

Un vigile impegnato a fare una multa (Foto Crocchioni)

Un vigile impegnato a fare una multa (Foto Crocchioni)

Roma, 26 maggio 2018 - Una valanga di multe fatte dai vigili urbani si è riversata sugli italiani negli ultimi 10 anni. Il numero di contravvenzioni per violazione del codice della strada è aumentato dell'81% ma, allo stesso tempo, sono diminuiti i cittadini che le pagano (una flessione almeno del 20%), soprattutto al Sud.

A segnalare il trend è la Cgia di Mestre. Nel 2016, ultimo anno in cui i dati sono disponibili, appena il 39% di coloro che hanno ricevuto una multa l'ha pagata. Il rimanente 61% manca all'appello e, ipotizza la Cgia, forse l'ha fatto solo in seguito, approfittando dell'introduzione della rottamazione delle cartelle, avvenuta a più riprese in questi ultimi 2 anni.

Nel 2016, gli oltre 8 mila Comuni italiani hanno comminato quasi 2,5 miliardi di euro di multe, anche se poi hanno riscosso 'solo' 1 miliardo (il 38,8%). Nel 2006, invece, a fronte di 1,3 miliardi di multe comminate, a onorarle era stato quasi il 60%. Al Sud le paga solo il 27,5%, con punte minime del 23,2% in Campania e del 18,4% in Sicilia. Il numero sale al 34,2% nel Centro, al 42,9% nel Nordovest e al 56% nel Nordest. Le regioni più virtuose sono: il Friuli Venezia Giulia (65,2% di riscossione), la Provincia Autonoma di Bolzano (74,2%) e, in particolar modo, il Molise (74,5%).

“La farraginosità del sistema – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – rende molto difficile l’opera di riscossone. C’è la necessità di rendere efficiente e velocizzare l’attività di recupero nei confronti di chi non paga, entro i limiti di legge, anche se è necessario che molte amministrazioni comunali si ravvedano”. “Gli automobilisti, e in particolar modo coloro che usano gli automezzi per ragioni di lavoro – avverte Zabeo bachettando i Comuni -, non sono un bancomat. Pertanto, l’utilizzo degli autovelox o dei T-red, ad esempio, andrebbe regolato con maggiore attenzione, tenendo conto delle fasce orarie della giornata che, come si sa, presentano flussi di traffico molto differenziati”. E' vero anche – riconosce la Cgia - che il massiccio utilizzo degli autovelox avvenuto in questi ultimi anni ha contribuito, assieme alla diffusione negli autoveicoli di sistemi di sicurezza sempre più efficienti, a ridurre drasticamente il numero di feriti e di morti nelle nostre strade. “Sicuramente – conferma il segretario della Cgia Renato Mason - il massiccio utilizzo dei rilevatori elettronici di velocità e gli alcol test hanno dissuaso molti automobilisti a correre a velocità elevate che, ricordo, è una delle principali cause degli oltre 3 mila incidenti stradali mortali registrati in Italia nel 2016. Tuttavia, l’applicazione degli autovelox fissi e mobili andrebbe coordinata meglio, intensificandone la presenza solo nelle strade dove l’incidentalità è nettamente superiore alla media”. COSA SUCCEDE SE NON SI PAGA UNA MULTA - Quando si commette una violazione al codice della strada, la multa è l’inizio di un complesso procedimento sanzionatorio:

- Entro 5 giorni dal ricevimento della contravvenzione è possibile pagare la sanzione nella misura minima, usufruendo di uno sconto del 30 per cento.

- Decorso tale termine e sino al 60° giorno successivo, la sanzione è dovuta in misura piena (senza sconti).

- In caso di mancato pagamento, presso la residenza del proprietario del veicolo verrà notificato un 'verbale' contro il quale è possibile ricorrere al giudice di pace nel termine di 30 giorni o al prefetto entro 60 giorni.

- Se si continua a non pagare, si riceverà una cartella di pagamento (nell’ipotesi in cui l’ente locale si avvalga del concessionario della riscossione, ad esempio, da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione).

- Decorsi 60 giorni dalla notifica di quest’ultima, persistendo la morosità, l’ente della riscossione attiverà le procedure cautelari ed esecutive. Nel caso di debiti sino a 1.000 euro, prima di procedere, il concessionario dovrà inviare al contribuente per posta ordinaria un’ulteriore comunicazione di sollecito.

- Tra le procedure cautelari, vi può essere il fermo amministrativo dei veicoli intestati al debitore. Prima di procedere, anche in questo caso, il contribuente riceverà una comunicazione di preavviso con la quale viene invitato a mettersi in regola.

- Infine, vengono attuate le procedure esecutive vere e proprie che, in questi casi, consistono nel pignoramento di somme del contribuente presso terzi, ad esempio conto corrente o stipendio.