Migranti, la campagna social di Msf. Ecco gli 'anti-slogan'

Su Facebook e Twitter le 10 verità di Medici senza frontiere sugli stranieri. "Il fallimento dell'accoglienza in Europa è accompagnato da facili slogan da sfatare"

Un'immagine dalla campagna social di Medici senza frontiere

Un'immagine dalla campagna social di Medici senza frontiere

Roma, 26 ottobre 2016 - Proprio nei giorni delle barricate di Gorino contro i migranti (o forse proprio per questo), Medici senza frontiere, che con stranieri, profughi e disperati in fuga lavora ogni giorno, lancia la campagna social "L'anti-slogan".

Un modo per sfatare una per una le 10 'leggende metropolitane' sugli stranieri. Qualche esempio? "Ci portano le malattie", "Li trattiamo meglio degli italiani", "Ci rubano il lavoro", "Aiutiamoli a casa loro": cliccando su ogni clichè la foto ruota su se stessa e si scopre la 'verità' di Msf.. Pensato per la condivisione sui social network, l'Anti-slogan si presenta come una provocatoria pagina web di 10 false notizie, a cui corrispondono altrettante verità. Queste  verranno diffuse una a una, nelle prossime settimane, attraverso una campagna mirata su Facebook e Twitter. 

Partendo dalle tante domande raccolte dopo il lancio della campagna #Milionidipassi - e sulla base di fonti ufficiali e della propria esperienza lungo le rotte della migrazione - Msf ha formulato risposte specifiche e alla portata di tutti, per facilitare la comprensione di questa grave crisi globale e contribuire a un'informazione corretta, priva di preconcetti, strumentalizzazioni e luoghi comuni. 

Spiega Loris De Filippi, presidente di Medici senza frontiere: "Il drammatico fallimento dell'accoglienza in Europa è spesso accompagnato da facili slogan, che vengono sfruttati per giustificare le politiche della paura o fare audience sui media. La crisi in atto, di cui le persone in fuga e non le nostre società sono la parte vulnerabile e minacciata, va affrontata attraverso risposte corrette, basate sulla realtà dei fatti. L'Anti-slogan è la nostra proposta per dare a tutti l'opportunità di capire e per restituire umanità all'approccio comune verso persone in drammatiche difficoltà".