Martedì 23 Aprile 2024

Cusano Milanino, ucciso per aver accarezzato un cane

Massacrato di botte da un ventiduenne di Cusano La vittima era un uomo di 52 anni di origine romena:era stato soccorso in fin di vita per strada e deceduto nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Niguarda di Milano.

Rocco Rendina con il suo dogo argentino (Newpress)

Rocco Rendina con il suo dogo argentino (Newpress)

Cusano Milanino, 16 gennaio 2015  - Ucciso a calci e pugni per aver accarezzato un caneI carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni, nel Milanese, hanno arrestato il presunto assassino di Joan Popa  un romeno 52enne che era stato ritrovato privo di conoscenza a Cusano Milanino nell'ottobre scorso ed era morto il giorno seguente a causa di gravi lesioni alla nuca e alla fronte. L'uomo è stato massacrato  per aver provato ad accarezzare il dogo argentino del suo assassino, Rocco Rendina, un 22enne di Milano incensurato. Il giovane ha ammesso di aver ucciso a calci e pugni lo sconosciuto quando è stato convocato nella caserma di Sesto San Giovanni al termine di una complessa indagine iniziata il 16 ottobre, il giorno dopo il ritrovamento del corpo all'esterno del locale in via Ferrari, a Cusano Milanino. I carabinieri hanno dovuto abbattere lo spesso muro di omertà dei sei amici dell'assassino (3 femmine e 3 maschi tra i 18 e i 20 anni, tutti italiani e incensurati) che erano presenti al momento dell'aggressione e che hanno sempre raccontato una versione in cui Rendina non c'era.

Dopo l'autopsia sul corpo dello straniero era emerso che è stato ucciso, ripetutamente e violentemente colpito al volto e al torace da un arma contundente. E così era stato aperto un fascicolo penale contro ignoti per omicidio preterintenzionale. Secondo i medici legali il decesso del senzatetto era stato causato in particolar modo da due grosse ferite alla testa, causate da un oggetto che non è stato finora possibile identificare. Gli esami tossicologici hanno anche confermato che l'uomo, con piccoli precedenti e dedito all'alcool, era ubriaco quando e' stato aggredito. L'uomo era stato riconosciuto da un connazionale che lo conosceva, ma in Italia J.P. non aveva nessun parente. La sua bicicletta era parcheggiata regolarmente sul cavalletto a poca distanza dal corpo.