Saronno, amanti diabolici, orrori e sospetti. Morti in corsia: altri casi nel mirino

Saronno, si indaga anche sui decessi nella famiglia dell’infermiera LE INDAGINI / Possibili altri casi

Leonardo Cazzaniga (Newpresse)

Leonardo Cazzaniga (Newpresse)

Saronno (Varese), 1 dicembre 2016 - OTTO morti sospette in ospedale, oltre ai quattro casi ritenuti delitti compiuti con i farmaci dall’anestesista Leonardo Cazzaniga all’ospedale di Saronno. Ma le indagini si allargano a decine di vecchie cartelle riprese dagli archivi, affondando sempre più nell’orrore, sul fronte della famiglia di Laura Taroni, infermiera al pronto soccorso, lo stesso reparto di Cazzaniga, e sua amante. Nuove denunce in giornata. Due famiglie che hanno avuto parenti morti all’ospedale di Saronno si presentano al comando di compagnia dei carabinieri di Saronno.  Massimo Guerra, il marito della Taroni, lungamente, tenacemente, potentemente avvelenato con medicinali, muore il 30 giugno 2013. Pare che la sua scomparsa scateni nella moglie una sorta di voglia omicida nella quale si mescolano rancori personali, motivi di interesse patrimoniale, un oscuro, generico ma persistente e marcato bisogno di uccidere.   NELLE indagini dei carabinieri è entrata la scomparsa di Luciano Guerra, il padre di Massimo. Quando viene ricoverato all’ospedale saronnese è in fase terminale. Il giorno in cui muore, il 20 ottobre 2013, Cazzaniga è di turno e la nuora viene vista aggirarsi nel reparto dove è ricoverato il suocero. Il 24 agosto dello steso anno, Nazareno Guerra, zio di Massimo, è morto nella fossa del liquame nell’azienda agricola di famiglia, a Lomazzo.  Anche se il gip in questo caso non ha accolto la richiesta di custodia in carcere, gli investigatori sono certi che anche la madre della Taroni, Maria Rita Clerici, sia stata uccisa. Dopo la morte del genero, la donna ha lasciato la casa di Moltrasio e si è stabilita pressoché stabilmente dalla figlia, a Lomazzo. Laura Taroni prova rancore per la madre che disapprova la sua relazione con Cazzaniga, persona che non le piace. Oltre a questo, l’infermiera rimproverava alla madre un affetto eccessivo per il genero Massimo. Intercettata con i suoi due bambini, parla dell’eliminazione della loro nonna. «L’unico omicidio perfetto è quello farmacologico – dice – perché tua nonna è cardiopatica basta poco però... tua zia è un problema, non è malata, non pensi che non l’abbia mai pensato, eh?». Il 28 maggio 2015 la Taroni manifesta a Cazzaniga il pensiero di uccidere Irma Guerra, sorella del suocero, con una dose letale di un farmaco antipsicotico o neurolettico. In un’intercettazione del 9 luglio 2015 l’infermiera mette a parte il compagno dell’idea di somministrare al nonno Angelo Taroni, affetto da disturbi cognitivi che lo rendono aggressivo, un medicinale che «lo stordisce del tutto». Cazzaniga la esorta alla prudenza, ma lei non pare ascoltarlo e continua a ripetere che «si deve rendere innocuo» il nonno con l’antipsicotico Risperdal.   QUELLA dell’odio per i parenti è un’onda lunga. I due amanti vengono intercettati il 25 giugno di quest’anno mentre discorrono della possibilità di mescolare l’Entumin con il Talofen e fare ingerire il miscuglio da Adriana, anziana sorella della nonna paterna di Laura che «continua a rompere le balle sui soldi...». Il problema è come evitare che la zia si accorga che il Tafonen, che assume abitualmente, è stato ‘corretto’ con l’antipsicotico. Lara Taroni parla del proprio forte desiderio di uccidere qualcuno nelle fasi down: «Quando sono down potrei uccidere veramente, cioè devi stare attento veramente tanto...». Domani gli interrogatori di garanzia dei due arrestati.