Martedì 23 Aprile 2024

Morta dopo il parto a Catania, 12 medici indagati. "Tutti obiettori ma è irrilevante"

L'indagine è un atto dovuto. Il primario: "Non c'è stata obiezione di coscienza in questo caso. Il medico ha indotto l'aborto". Il drammatico racconto del padre

Valentina Milluzzo (foto da Facebook)

Valentina Milluzzo (foto da Facebook)

Catania, 20 ottobre 2016 - Ci sono 12 indagati per il caso di Valentina Milluzzo, la donna morta a Catania dopo aver partorito al quinto mese di gravidanza due gemellini senza vita. Un "atto dovuto", sottolinea la procura, che consente ai 12 medici del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania di nominare i propri periti per l'autopsia. Il reato ipotizzato è omicidio colposo plurimo. Gli indagati sono tutti i medici in servizio nel reparto ad eccezione del primario, Paolo Scollo, e dell'assistente Emilio Lomeo, che erano assenti. L'inchiesta è partita dopo la denuncia dei familiari, secondo cui la 32enne è stata assistita da un medico che si sarebbe rifiutato di estrarre il feto ‘in sofferenza’ "perché obiettore di coscienza". 

"NESSUNA OBIEZIONE DI COSCIENZA" - Il direttore generale dell'ospedale, Angelo Pellicanò, esclude quanto dichiarato dai parenti della donna. "Non c'è stata alcuna obiezione di coscienza da parte del medico che è intervenuto nel caso in questione - afferma Pellicanò -, perché non c'era un'interruzione volontaria di gravidanza, ma obbligatoria chiaramente dettata dalla gravità della situazione". La donna, 32 anni, è deceduta il 16 ottobre scorso, dopo 17 giorni di ricovero, per delle complicazioni alla 19/ma settimana di gravidanza indotta con la procreazione assistita in un'altra struttura. "Io escludo - aggiunge Pellicanò - che un medico possa aver detto quello che sostengono i familiari della povera ragazza morta, che non voleva operare perché obiettore di coscienza. Se così fosse, ma io lo escludo, sarebbe gravissimo, ripeto perché il caso era grave". 

"TUTTI I MEDICI INDAGATI SONO OBIETTORI" - La stessa versione è confermata dal primario. Paolo Scollo in una conferenza stampa ha fatto presente che tutti i 12 medici indagati sono obiettori di coscienza. "Ma questo non ha alcuna rilevanza" perché "quando c'è bisogno di un intervento urgente per un caso come quello della paziente si interviene e basta. Non c'entra niente essere obiettori o meno, in quel caso siamo soltanto medici e dobbiamo intervenire per salvare vite". Scollo ha spiegato che i fatti smentiscono la ricostruzione del legale di famiglia. In realtà, ha ribadito il primario, il medico, "dopo il primo feto morto per aborto spontaneo, ha indotto il secondo parto abortivo con ossitocina: cosa c'è dunque di obiezione di coscienza?".

LA RICOSTRUZIONE DELL'OSPEDALE - Secono quanto ricostruito dall'ospedale di Catania Valentina Milluzzo ha avuto un primo aborto spontaneo alle 23.30 di sabato 15 ottobre, un secondo indotto dal medico di turno con l'ossitocina alle 1.40. Domenica 16 ottobre alle 13.45  è deceduta. Per il professore Scollo alla donna "non poteva essere praticato un'isterectomia", un intervento chirurgico all'utero, perché "sarebbe morta per emorragia, per i parametri ematici rilevati". Il decesso sarebbe avvenuto a causa di una sepsi, una violenta infezione. "Ma su questo - ha precisato il primario - è meglio attendere l'esito dell'autopsia". Mentre prosegue l'inchiesta si attende l'esito dell'ispezione avviata dal Ministero della Salute

IL J'ACCUSE DEL PADRE - La rabbia di Salvatore Milluzzo, padre di Valentina, è incontenibile: "Chiediamo giustizia per mia figlia, medici obiettori di coscienza o no, capaci o non capaci. Noi non vogliamo puntare il dito contro alcuno, vogliamo solo che altre donne non muoiano di parto, che altre famiglie non debbano sopportare il dolore che proviamo noi". L'uomo continua a puntare il dito contro la responsabilità di un medico obiettore che non sarebbe intervenuto, smentendo la versione dei vertici dell'ospedale. "Nessuno ci ha detto che mia figlia era in pericolo di vita - racconta - Dalla sala parto, dopo tutto quello che le era successo, l'hanno fatta uscire intubata, fredda e l'hanno portata in Rianimazione. Io non lo so se mia figlia in quel momento era viva o no, o chissà cosa stessero facendo. Quando io e mio genero abbiamo chiesto di non fare soffrire più Valentina e abbiamo chiesto di procedere, il medico ha detto che essendo lui un obiettore di coscienza e poiché i cuoricini dei bambini battevano - ma noi non lo sappiamo se battevano - non poteva procedere".