Monza, bambino morto per morbillo. "Tragedia evitabile"

L'immunologo: "No alla libertà di scelta se uccide"

Bambino vaccinato (Ansa)

Bambino vaccinato (Ansa)

Milano, 23 giugno 2017 - Morire a sei anni di morbillo mentre si sta combattendo la leucemia è "una follia, una tragedia evitabile" nell’Italia del 2017. Roberto Burioni, l’immunologo del San Raffaele di Milano diventato un punto di riferimento demolendo le bufale degli antivaccinisti sui social, è sgomento. Aveva saputo di un bambino ricoverato nella terapia intensiva dell’ospedale San Gerardo di Monza, specializzato in leucemie infantili, per complicanze cerebrali e polmonari da morbillo.

Professor Burioni, quel bimbo oggi (ieri, ndr) è morto, dopo aver lottato più di tre mesi intubato e attaccato alla macchina della circolazione extracorporea. Un calvario.

«Un calvario evitabile. Una tragedia evitabile. Il tasso di guarigione dalla leucemia linfoblastica acuta è dell’85%. Una malattia che era una condanna a morte fino a qualche decina d’anni fa, e oggi, nella grandissima parte dei casi, rimane un brutto ricordo dell’infanzia. Potersi salvare, e poi morire di morbillo, è una follia».

Evitabile, diceva.

«Se tutti si vaccinano il virus del morbillo non circola, e anche questi bambini sono protetti. Come quelli troppo piccoli per essere vaccinati, quelli affetti da una malattia autoimmune o comunque sottoposti a terapie immunosoppressive, com’è anche la chiemio. Questa tragedia ci ricorda, nel modo più atroce, quanto sono importanti le vaccinazioni. E che vaccinare i propri figli non vuol dire soltanto proteggerli, ma è un atto di responsabilità sociale. A difesa dei più deboli».

Chi protesta contro il decreto Lorenzin sull’obbligo vaccinale invoca la «libertà di scelta».

«Non si può invocare la libertà di scelta se diventa libertà di far morire dei bambini. In California che è la terra delle libertà – in metà degli Stati Usa il casco non è obbligatorio – l’obbligo vaccinale a scuola è stato introdotto grazie alla battaglia di un bimbo di sette anni, e di suo padre. Si chiama Rhett Krawitt, se l’era cavata da una brutta leucemia e non aveva le difese immunitarie per tornare in una classe in cui il 20% dei compagni non era vaccinato dal morbillo».

Intanto in Italia abbiamo superato i tremila casi nel 2017.

«Una cosa incivile. Dopo gli Usa anche diversi Paesi europei stanno emanando alert ai propri cittadini che vengono in Italia. Si diffonde la paura di un vaccino che la scienza ha dimostrato essere sicurissimo ed efficacissimo, mentre si dovrebbe aver paura di una malattia, il morbillo, che in un caso su mille provoca danni permanenti e in uno su tremila la morte. Questo bambino di Monza non potrà, come alcuni fanno, scrivere su Facebook: ‘Io l’ho avuto e non è successo niente’. Nel 2017, in Italia, potersi salvare dalla leucemia e morire per il morbillo è una cosa che grida vendetta a Dio».