Migranti, l'odissea di due ragazzi afgani: in fuga sotto ai Tir

Scoperti e salvati dalla polizia su segnalazione di altrettanti automobilisti, avevano percorso 400 km legati solo con la cintura. Uno non vuole fare richiesta d'asilo: sarà espulso

Uno dei due ragazzi afgani che cercavano di fuggire legandosi sotto un Tir (Ansa)

Uno dei due ragazzi afgani che cercavano di fuggire legandosi sotto un Tir (Ansa)

Roma, 23 agosto 2016 - Sembrava un caso isolato, quello del giovane afgano in fuga dalla guerra che si lega con la cintura dei pantaloni sotto un Tir e percorre 400 km di autostrada, tra terrore, dolore e tensioni.  E invece si è trattato di - almeno - due odissee parallele: sono infatti due i ragazzi afghani sui 18 anni che si sono legati sotto altrettanti bestioni della strada, hanno percorso oltre 400 chilometri, con l'obiettivo di raggiungere il porto di Civitavecchia e imbarcarsi per la Francia. Uguale disperazione, uguale esito, per fortuna: una scelta di questo tipo si può facilmente trasformare in tragedia. E invece tutti e due e ragazzi ce l'hanno fatta, se non a fuggire almeno a sopravvivere: scoperti e salvati dalla polizia grazie alla segnalazione di due automobilisti. Uno dei due è stato rintracciato ieri, legato con una semplice cintura per pantaloni, sotto un autoarticolato sull'A/1 a Ferentino, in Ciociaria. L'altro è stato scoperto nella notte, in un'area di servizio lungo il raccordo Terni-Orte, nascosto sotto il rimorchio di un Tir proveniente dalla Grecia.  Pare proprio che gli autisti dei camion non sapessero nulla della presenza dei profughi, che si sono ingegnati da soli. S'indaga anche per stabilire - come appare probabile - se i due si conoscessero e avessero organizzato e messo in atto il 'piano' insieme

IL RACCONTO - Il ragazzo trovato sull'A/1 ha raccontato a Sky di essere partito "da solo dalla Grecia alla volta dell'Italia, ma - ha spiegato - non voglio restare qui. Ero diretto in Francia, a Parigi, ho i miei amici lì. I miei fratelli e mia madre si trovano invece in Svizzera. È stato duro viaggiare così a lungo, 22 ore, senza cibo né acqua, senza dormire".  Poi il motivo della fuga: "Sono fuggito da Kabul dieci mesi fa - ha raccontato - ho attraversato l'Iran, la Turchia, spesso viaggiando a piedi. Sono stato in un campo a Idomeni, in Grecia, per sei mesi, e in nave ho raggiunto l'Italia. Ho contattato e pagato una persona, sono rimasto legato sotto al Tir anche durante il viaggio verso l'Italia, ho pagato per questo 900 euro". 

Quanto al pericolo corso nel viaggio a pochi centimetri dall'asfalto, lui alza le spalle: "Quello che ho vissuto nella mia vita è stato molto più pericoloso di questo viaggio, in Afghanistan c'è la guerra civile e vorrei imparare il francese e ottenere documenti francesi. Voglio una vita sicura, in un mondo senza pericoli". 

SCOPERTA CASUALE - Ad accorgersi di lui e ad allertare la sala operativa della polizia stradale di Frosinone intorno alle 16:45 è stato il conducente di un camper che, sorpassando il Tir, ha visto dei piedi che sporgevano da sotto il mezzo. La pattuglia della stradale, nonostante l'intenso traffico legato al controesodo dei vacanzieri, è riuscita a fermare il camion all'altezza di Ferentino. Sotto il Tir, agganciato con una cinta da pantaloni è stato trovato i ragazzo. Stremato, è stato accompagnato all'ospedale di Frosinone. Il giovane ha rifiutato la possibilità di fare richiesta di asilo e per lui sono state avviate le procedure di espulsione

Vicenda analoga quella dell'altro afghano, il 18enne scoperto nei pressi di Terni che, nascosto sotto il tir, ha tentato di raggiungere il porto di Civitavecchia e da lì la Francia. Il ragazzo, che è in buone condizioni di salute, ha cercato di fuggire, ma è stato bloccato dalla squadra volante e accompagnato in questura. Il ragazzo, pure lui di Kabul, è stato scoperto la notte scorsa in un'area di servizio lungo il raccordo Terni-Orte, quando l'autista del camion ha deciso di fare una sosta. Un passante si è accorto allora del diciottenne, sdraiato vicino al paraurti posteriore. L'ufficio Immigrazione provvederà ora ad accompagnarlo in un Centro di accoglienza per cittadini extracomunitari richiedenti asilo politico.